giovedì 8 gennaio 2009

L'aria del lago. D'inverno.

Lario, ramo lecchese (precisiamolo perchè i comaschi pensano che il Lario sia affare loro). Inverno, tra Natale e Capodanno. L'acqua è scura, immobile, più cheta che cheta. Più scura del solito, ha un pò perso lo smeraldo estivo. Come le sponde che marroni scendono a picco nel lago. La bruma la fa da padrona in questa giornata e accomuna il lago al cielo, anch'esso striato di grigio. Sullo sfondo i tre Corni di Canzo, verso meridione, si stagliano all'orizzonte.
Il Lario ha il suo fascino anche d'inverno. Camminare per le viuzze di Varenna o Bellagio in una "siretina" d'inverno, tra la bruma e le luci di Natale, ha un non so che di malinconico e emozionante. Ci sono situazioni che creano dentro di noi un continuo ossimoro: da una parte sensazioni dolci, dall'altra sensazioni amare. Bisogna saper ritrovare il Tempo anche del pensare, oltre che dell'agire. Occorre meditare su come iniziare bene questo anno nuovo: l'albero che nasce storto lo si raddrizza subito, perchè in caso contrario resterà storto anche quando crescerà. E se in una cesta di frutta c'è della frutta marcia, va tolta prima che faccia marcire la frutta sana. Del resto la frutta nasce per questo, per marcire e portare riproduzione. Il fiore è profumato per essere impollinato, ed una volta impollinato porta il frutto. Questo deve essere appetitoso all'uomo o agli animali per essere mangiato, affinchè il seme venga disseminato e porti nuova Vita. Un frutto troppo maturo tende a marcire ma anche se è marcio può ancora portare Vita: al suo interno c'è il seme.
Ogni situazione che incontriamo nella Vita può quindi portare seme anche se è troppo matura: anzi, meglio marcia che acerba, vuol dire che è stata vissuta. Occorre saper meditare e discernere da ogni situazione, presente o passata, nuovo slancio per il futuro, nuova conoscenza nella sete di conoscere che quotidianamente proviamo. Sete di conoscere informazioni, dinamiche, sensazioni, nuovo piacere. Per ora mi accontento di seguire con lo sguardo le piccole increspature del lago calmo d'inverno: ora è sicuramente un luogo più adatto alla meditazione che in estate. Ci sono meno distrazioni.
(nella foto di oggi di Evelina Valagussa: il Lario, ramo lecchese, d'inverno)

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Hei Giò... complimenti! Cmq adesso è tempo per meditare... essenza. p.s. bella la tua nuova foto

CP Su ha detto...

Very powerful writing you have here which I managed to read a few through the web's translator ...

The translation was a bit slow so I didn't manage to read all, I do not understand Italian but I think the original version in Italian would be even more beautiful and thought provoking ...

Very nice blog and I'm happy that I stopped by ....

Giovanni Zardoni ha detto...

Thank you very much

Romina ha detto...

Zar@ Per ora mi accontento di seguire con lo sguardo le piccole increspature del lago calmo d'inverno: ora è sicuramente un luogo più adatto alla meditazione che in estate. Ci sono meno distrazioni.

L'inverno è la stagione della riflessione, della meditazione, dei ripensamenti. L'oscurità e il freddo invitano a non disperdersi, a concentrarsi, ad approfondire sentimenti ed emozioni. Basta essere portati a farlo.

Bel post, complimenti. :)
Buona domenica.

Giovanni Zardoni ha detto...

Grazie Romina e buona domenica anche a te, sempre gentile :-)