domenica 8 febbraio 2009

Meriggiare pallido e assorto...

"Meriggiare pallido e assorto presso un rovente muro d'orto, ascoltare tra i pruni e gli sterpi schiocchi di merli, frusci di serpi. Nelle crepe del suolo o su la veccia spiar le file di rosse formiche ch'ora si rompono ed ora si intrecciano a sommo di minuscole biche. Ascoltare tra fondi il palpitare lontano di scaglie di mare mentre si levano tremuli scricchi di cicale dai calvi picchi. E andando nel sole che abbaglia sentire con triste meraviglia com'è tutta la vita e il suo travaglio in questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia". (Eugenio Montale, da Ossi di seppia, 1925)
Dopo parole così intense, cosa dire in questo meriggiare odierno, "pallido e assorto"? Ogni cosa che dovessi aggiungere sarebbe semplicemente ridicola, di fronte alla intensità di uno dei più grandi poeti italiani. E' una descrizione che metafisicamente calo sul mio Animo, in questa giornata così strana e allo stesso Tempo decisiva, oltre che importante. Col senno di poi tutto è semplice, ma prima del poi bisogna vivere, e vivendo si può anche sbagliare. Il senno non l'ho mai perso, ma non riesco ancora a raggiungere "il senno del poi" prima di aver vissuto qualcosa. Chiudo gli occhi, mi concentro, e cerco di raggiungere la saggezza necessaria, o almeno quella che credo basti.
Ai posteri l'ardua sentenza...
(nella foto di oggi tratta da http://www.italie-italy.com, Riomaggiore, Cinque Terre)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Simpatico blog...!
L'ho subito inserito fra i link consigliati di comoinpoesia

Luciana
comoinpoesia - larioinpoesia