sabato 7 marzo 2009

Camere di decompressione

Si corre più del vento. A volte si pensa troppo, a volte troppo poco. Sono tempi difficili. Tempi di discernimento. Tempi di corsa che richiedono delle "frenate", delle sedute in "camere di decompressione" per ritrovare la dimensione reale delle cose. Nel mio piccolo ci provo...
Prima decompressione, per la mente. Lo scorso fine settimana ero in vigna a potare. Aria frizzante, brezza tesa che faceva fischiare i fili tra i pali: "wouuu wouuu". Ogni tanto alzavo lo sguardo alla valle aperta sotto di me, mentre il picchio a volte menava fendenti ritmati ai tronchi "taratatata" e a volte cantava con la sua tipica risata: "ihihihihihi". La "parasciola", come la chiamavano i nostri vecchi (cinciallegra), ci ricordava la necessità di potare con il suo canto ripetuto: "fa i vit fa i vit fa i vit" (fai le viti). La primavera incalza, anche nelle giornate grigie: appena spunta il sole è un sole caldo.
Seconda decompressione, per il corpo. Ieri pomeriggio ho approfittato di una giornata di libertà in ufficio ed ho passato alcune ore senza se e senza ma in un noto centro benessere della zona: mi piace molto, me lo dedico almeno quattro volte all'anno, alternandolo con i Bagni Vecchi di Bormio che ritengo fantastici. Peccato che per raggiungere la magnifica contea di Bormio ci vogliano tre ore: tra l'andata e ritorno sei ore di guida che ti fan passare la poesia che è entrata dentro di te mentre ammiri le montagne dalla piscina calda all'aperto e l'aria frizzante ti accarezza il viso. Le acque calde, gli effluvi aromatici, i massaggi d'acqua, i contrasti caldo/freddo aiutano anche a riposare la mente...
Lasciato il centro benessere, rientrando verso casa avvolto dai pensieri, mi ha rapito come spesso accade l'immagine di Montevecchia all'imbrunire: ogni volta che mi succede sento la "brianzolitudine" dentro di me e mi convinco sempre di più che l'ora più bella della giornata è proprio la "siretina". Mi sono fermato ed ho scattato la foto che stasera pubblico in apertura: il blu del cielo e dell'atmosfera, i vigneti ancora addormentati, la geometria dei pali, il colore caldo del Santuario. E' una immagine che può essere una terza camera di decompressione, che unisce corpo e mente: la condivido con tutti voi.
Oggi invece ho potato l'ultimo tralcio: ho chiuso gli occhi e mi sono augurato una buona annata per la vigna. C'era ancora il vento che fischiava, il cielo era più turchese, il sole ancora più caldo, non c'era il picchio, la "parasciola" insisteva con la raccomandazione anche quando avevo finito: quarta camera di decompressione. Ad meliora...
(nella mia foto di oggi: la vigna del Casarigo di Montevecchia al tramonto)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

nn lascio un commento ha ciò che hai scritto, nulla da commentare, anche perchè quando ci si raccoglie nel silenzio, si dovrebbe riflettere ed imparere dai nostri errori, capire se è dove abbiamo sbagliato ed assumerne le conseguenze... voglio complimentarmi per la bella foto, meravigliosa Montevecchia all'imbrunire... bella anche la tua foto, rispetto alle precedenti ti preferisco in questa, si avvicina molta alla realtà...
Cucciolo cresci...... Smak......Lo SPEROPER TE!!!!!!

Giovanni Zardoni ha detto...

@anonimo: grazie per i complimenti. Mi fa piacere che, nonostante tutto, tu segua il mio blog. Non sono pentito per ciò che ho fatto, a volte ho solo qualche rimpianto. E se crescessi troppo rischierei di invecchiare anzitempo :-)
un bacio

Anonimo ha detto...

possiamo avere parecchie camere di decompressione l'importante però è guardare veramente dentro noi...anche se a volte può essere doloroso...oppure le risposte che troviamo non ci piacciono...accettiamo il bello ma sopratutto il brutto soli così si cresce Uomo/Donna....
a chi si è preso fiducia tradendola...a chi è in silenzio...anima