sabato 22 novembre 2008

Tempesta di vento

Da ieri sera è in corso una vera e propria tempesta di vento che ci porterà diritti nell'inverno. Oggi il sole è alto nel cielo terso ma la temperatura è più bassa di uno qualunque dei giorni scorsi con il cielo coperto. Un esempio di come non si possa teorizzare ogni cosa. Normalmente il giorno sereno è più caldo di quello coperto, perchè c'è il tepore del sole a scaldarci, ma in questo caso il vento è più freddo del sole... Forse a volte le stesse cose ci succedono nella Vita. Possiamo sembrare agli occhi esterni sereni e magari caldi ma dentro di noi abbiamo una tempesta di vento gelido. Purtroppo la Vita quotidiana, così intensa, a volte ci costringe ad indossare una sorta di maschera di ciò che per questa Vita dobbiamo essere, dedicando sempre meno tempo all'essere sé stessi. Bisogna davvero cercare di dialogare con il proprio Ego sempre di più rapportandosi con gli altri nel modo più diretto possibile, senza la mediazione di ciò che dobbiamo essere. Le maggiori soddisfazioni infatti la Vita ce le riserva quando riusciamo a costruirci dei rapporti diretti e sinceri, senza se e senza ma, che abbiano una loro dimensione propria e non mediata dalla maschera del quotidiano. E' sempre forte la tentazione di adeguarsi a situazioni più comode, ma bisogna cercare di essere infinitamente sé stessi, anche quando costa fatica: Essendo Essenza...

mercoledì 19 novembre 2008

Arriva l'inverno...

L'autunno se ne va, arriva l'inverno. Le ultime foglie abbandonano esauste i rami, le gemme si fanno dure. La Natura si ferma. Nell'aria c'è il cambio di stagione ormai imminente, ed è leggiadro ed incredibile come, se non utilizzassimo strumenti scientifici che oggi abbiamo, gli uomini sono gli ultimi ad accorgersi dei cambi di stagione. Come dell'arrivo del temporale in estate: la Natura e gli animali si accorgono per primi... Sono portato a scrutare il cielo, a perdermi in esso quando è terso e profondo, a cercare di interpretarne il senso. In questo periodo un pò nostalgico del passato che non è più i nostri vecchi erano più allineati alla Natura e vivevano in una sorta di sintonia con essa che oggi si è persa. La fatica di scaldare una casa o un mastello d'acqua con il fuoco in un camino, le serate d'inverno al tepore nelle stalle, le serate d'estate nel fresco delle cantine. Il mangiare verdura e frutta di stagione, il desiderio di riprovare sapori che erano legati indissolubilmente ad un certo periodo dell'anno. Le stagioni scorrevano e ci si accorgeva del loro scorrere. Oggi il tempo fugge, e mentre pensi a Ferragosto appena trascorso ti trovi di fronte le prime luminarie di Natale, e poi ti trovi ad esclamare: "non esistono più le mezze stagioni..." Forse dobbiamo tornare all'Essenza delle cose, prima che sia troppo tardi...

martedì 18 novembre 2008

Vivere ogni istante come se fosse l'ultimo

Per saper vivere la Vita nel migliore dei modi bisognerebbe forse cercare di vivere ogni istante come se fosse l'ultimo. Troppe volte nella mia esperienza mi sono accorto di quanto una cosa fosse importante solo dopo averla persa. Forse la filosofia che mi è sempre sfuggita è quella con qui ho intitolato questo post. Negli ultimi mesi ho maturato la convinzione che il raziocinio è bene averlo, ma che troppo raziocinio può soffocare la spontaneità di raccogliere e saper cogliere ciò che la Vita ci offre. In una Vita in cui siamo troppo spesso costretti a dare e troppe volte non riusciamo a ricevere, saper guardare al domani con fiducia ci potrebbe già aiutare molto. Devo sganciarmi dalle logicità del quotidiano e cercare di guardare oltre l'orizzonte, senza il timore di superare nuove frontiere anche se avvolte dall'ignoto...

mercoledì 12 novembre 2008

Galbusera Nera, autunno, anni fa. Quanti?

E' una domenica sera d'autunno. Le foglie ingiallite cadono dagli alberi. Nella valle regna la quiete all'imbrunire, nel cielo terso fa capolino la luna piena. Arrivo a Galbusera Nera sul far della sera con un amico, Carletto ci aspetta. Varchiamo la porta della splendida cascina e in cucina la fa da padrone lo schioppettio della legna ed il suo profumo. La giornata lentamente muore oltre l'inferriata in legno della finestra. Facciamo le caldarroste, parlando in dialetto del più e del meno. Beviamo il vino bianco dell'anno scorso, con quel suo colore dorato e quel suo sentore di mandorle: lo riconoscerei ad occhi chiusi. Ma la serata è stranissima. In un batter di ciglio arrivano a Galbusera Nera tutti gli ultimi vecchi della valle: sembra un ritrovo ma è un caso. Il primo è Dalmazio, e porta una bottiglia del suo vino di Galbusera Bianca. Poi arriva un altro Carlo, del Malnido... Ed ecco Cecco, con il suo trattore arancione... Il tempo fugge veloce, i discorsi corrono indietro negli anni, rivelano i racconti della campagna, gli aneddoti, le tradizioni, le piccole invidie. Senza volerlo mi trovo in un vero e proprio spettacolare amarcord. Il vino finisce, bisogna prenderlo in cantina. Accompagnamo Carletto che lo vuole spillare dalla botte... Apre la spina, il mio amico innavvertitamente gli fa ombra, una goccia cade sul pavimento: "spostati che non vedo!" lo richiama dispiaciuto Carletto. Il tempo fugge, l'imbrunire si è trasformato in buio, la sera avanza ma sembra che questa estemporanea riunione non voglia più finire... Fino a perdere quasi la cognizione dello spazio e del tempo, con l'aiuto del vino ruspante :-) Giunge l'ora dei saluti, tra battute e controbattute. Cecco salta sul trattore commentando che ha fatto bene a non venire in Vespino perchè almeno ha quattro ruote anzichè due ed è più facile tenere l'equilibrio, Carlo e Dalmazio se ne vanno discutendo animatamente. Io ed il mio amico accompagnamo a casa Carletto dopo che ha chiuso la cascina. La luna alta nel cielo pare sorriderci e ci fa l'occhiolino, la valle è inondata della sua luce azzurrognola...
Ieri ho scritto di San Martino e del mio legame con la Terra ed il mondo rurale. Abbandono il ricordo di quella serata, che mi è rimasto nel cuore, e penso a quanto è cambiato... Carletto e Dalmazio non sono già più tra noi e ci osservano dal Cielo, Galbusera Nera c'è ancora, è stata un pò ristrutturata, il camino è ancora quello, non c'è più l'inferriata in legno. Ogni volta che rientro in quella cucina ricordo come fosse ieri quella serata con nostalgia. Se avessi avuto il telefonino avrei forse fatto una ripresa per aiutare il futuro ricordo, perchè le voci aiutano ancora più delle immagini. Ma quanto tempo è passato? E la nostalgia mi avvolge...

martedì 11 novembre 2008

San Martino

Oggi inizia l'annata agraria. E' San Martino, e da questi ricorrenza è rimasto vivo il detto "Fare San Martino" inteso che "fare il trasloco". Perchè i terreni e le case rurali venivano lasciate ed occupate in questa giornata, che per tante famiglie di contadini era quindi giornata di trasloco. Un mondo, almeno per la mia cara Brianza, ormai lontanissimo anche se in fondo è passato neanche un secolo da questi tempi. Sono attratto dal mondo contadino ed ho sempre cercato di coglierne gli aspetti più reconditi, magari nascosti nel sasso del muro di una cascina o nella fiamma di un camino. Ed ho avuto la fortuna di incontrare uomini che hanno fatto in tempo a vivere questa dimensione. Ma cosa percepirannno di questo mondo le nuove generazioni? E' vicino il mio trentacinquesimo compleanno ma già mi sento vecchio. E sento che il nulla avanza sempre più...