venerdì 26 marzo 2010

Muntavegia: tra il "Munt Ciar" e la "Castegna Amara"

Tra il "Munt Ciar" (Monte Chiaro) e la "Castegna Amara" (Castagna Amara, ovvero "matta", "D'India") ci stanno la Vigna, il Livello e la Ghisalba.
Montevecchia Alta insomma.
Brianza allo stato puro.
Frammenti del passato ormai trascorso.
Il Munt Ciar è il secondo poggio del crinale di Montevecchia, il primo dopo quello che ospita il Santuario. Il terzo è il poggio della "Castegna Amara" sopra la Ghisalba. Il Munt Ciar è sempre stato carico di uva: le più belle foto del Santuario di Montevecchia son proprio quelle che lo incorniciano tra un grappolo e l'altro dell'uva del Munt Ciar, tra foglie di vite ed acini. Del resto il Munt Ciar è una delle tante colline capitozzate di cui è costellata la Brianza. Planando virtualmente dal Munt Ciar, scendendo verso Sud Est, si sono i muri del Galeazzino che serbano il noto rosato d'osteria. Del resto il Munt Ciar era circondato dalle osterie. Ai suoi piedi, verso Est, il "Ricetto". Verso Nord, ce n'era una il cui nome era un programma: "La Vigna". Chiusa da tempo, e son felice di aver assaggiato la torta di mele tiepida, appena sfornata, di "Tuni" e sua moglie. Un angolo di Brianza ormai sparito e relegato a ricordi sempre più appannati.
E poi via verso Montevecchia ancora più alta, tra viti, salvia e rosmarino, Sulla sinistra ecco il Livello che guarda alla pianura, poco oltre ecco il nucleo della Ghisalba. Cantine buone per i salami, ancora oggi. Un nucleo ben definito a capofitto sulla pianura, verso Lomaniga, con vicoli veri e cantine scavate nella roccia. Ed un'altra osteria, il "Carlambroeus", anch'essa ormai relegata ai ricordi e sostituita da un ristorante.
E via di nuovo, verso la Cappona, fino alla "Castegna Amara": sta lì da anni sul poggio, sul terzo poggio di Montevecchia, vegliarda e visibile. Per i vecchi le miniere della Cappona hanno aggredito la collina di Montevecchia fino alle radici della "Castegna Amara". Chissà quale è la verità...
Insomma, a Montevecchia c'eran più osterie che carri e buoi, a momenti. Ma il montevecchino verace, si sa' dai tempi, riesce a raggranellare soldi anche dalla riva tra un balza e l'altra, partendo con le primizie frutto dei tepori del colle, per la gioia dei milanesi.
Perchè, lo sappiamo tutti, a Montevecchia Alta "L'aria l'è fina..."
E, aggiungo io, spesso inebriante...
Adelante...
(Nella mia foto di oggi: il gelso del Munt Ciar tra la neve di marzo)

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