sabato 13 agosto 2011

Dodici lune piene

Questa sera, per la seconda volta consecutiva, la luna mi ha sorpreso mentre sorgeva nella notte del plenilunio. Mi ha sorpreso mentre percorrevo in auto le campagne di Besana in Brianza, mentre lo scorso mese mi aveva sorpreso nelle campagne tra Pagnano di Merate e Cernusco. Due incontri casuali, che ho eternato in una fotografia. Tra l'altro avevo in mente di organizzare una passeggiata al chiaro di Luna durante il plenilunio di settembre. Indubbiamente una fase molto lunare: è forse per questo che son così lunatico.
Siccome il proverbio dice che "non c'è due senza tre e il quarto vien da sé" ho deciso che cercherò di cogliere gli altri dieci pleniluni; se riuscissi al momento del sorgere sarebbe il top ma bisogna anche vedere cosa faranno le nubi. Vorrei cercare di fare un album dedicato a dodici pleniluni. Ogni plenilunio porterà con sé un pensiero, saranno una sorta di omaggio alla luna.
Del resto, alzi la mano chi riesce, nella serate di plenilunio limpide od in quelle immediatamente precedenti o successive, a non fermarsi qualche secondo, in silenzio, ad osservare la luna. Io non ci riesco, ed ogni volta che la osservo, anche se in quel momento fossi nero, mi sovviene della dolcezza. Che spesso si tramuta nella malinconia di un ricordo passato, ma pur sempre dolcezza...
Spesso quando si pensa alla celebrazione della luna viene in mente la famosa poesia di Giacomo Leopardi. Io voglio invece celebrarla con una canzone popolare trentina: "Varda la luna". Ecco il testo: "Varda la luna come che la capina la passa i monti e la marina. Ohi cara mamma, mi vago a prender acqua là c'è il mio amore che alla fontana aspetta. Ma se l'aspetta e anca se no aspetta varda la luna come che la capina. Oh giovinotto che tanto amor mi porta varda la luna come che la capina". Capina sta per camina (cammina). Qui la potete anche ascoltare, nella versione forse ppiù famosa, quella del Coro SAT.

(nella mia foto di oggi: plenilunio di agosto)

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