giovedì 9 ottobre 2008

Gobba a ponente, Luna crescente

Eccoti lì, luna crescente con la gobba a ponente... Ti stagli lì, incolpevole ed inconsapevole, dietro il grande campanile illuminato. Campanile che sei stato faro visibile di molte sere d'estate quando il giorno fatica a morire e allo stesso tempo segnale familiare di notti insonni coi tuoi rintocchi. Campanile e luna: quante volte mi avete catturato lo sguardo, ed anche oggi l'avete fatto. Eccoti lì, luna crescente... Sotto il tuo sguardo si scorge appena la montagna meno arcigna che fa da contraltare d'inverno alla montagna arcigna di manzoniana memoria ammantata di neve. Montagna scura anche alla luce di luna, montagna chiara proprio con la luna: il bianco ed il nero nello stesso sguardo, l'uno di fronte all'altro. Eccoti lì, luna crescente... Compari dietro la curva di tanti ritorni a casa, nella testa mille domande, nel cuore mille certezze. Eccoti lì, luna crescente... Giochi a nascondino coi cipressi, lucus amenus di tanto pensare: e del perdersi nel nulla. Eccoti lì: luna crescente, che sarai luna piena e poi luna calante con la gobba a levante, e poi luna non luna, ovvero luna nuova, invisibile agli occhi nonostante tu esista. Ti cela l'ombra. Come la polvere cela tanti ricordi ingialliti.

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