
Saper percepire il profumo della neve vuol dire applicare la teoria dell'aspettazione del piacere del buon Giacomo Leopardi. Ieri sera ero da amici e quando sono uscito sul far della mezzanotte l'ho sentito nell'aria. Soffiava un vento da Nord e portava il profumo della neve. Poco dopo qualche fiocco è volteggiato in cielo, mentre percorrevo la strada nera di casa attorniato da distese bianche della neve di Capodanno. Ma la neve è arrivata copiosa solo più tardi, mentre in tanti dormivano: e oggi sono stati sorpresi dal bianco splendore. Ricordo quando ero piccolo che al mattino in cui sospettavo neve stavo più attendo, prima di alzarmi, ai segnali che con la vista e l'udito potevo avere anche nel letto circa il fatto se fosse nevicato o meno. La luce, innanzitutto: la notte di neve è luminosa, così come il giorno, seppur coperto, lo è. E poi il rumore delle auto: se era piovuto lo sentivo, quando invece nevica non si sente nulla: tutto è ovattato, il silenzio impera. Una sana nevicata ogni tanto ci vuole: ci riporta ai tempi che abbiamo persi, più consoni alla nostra Vita. E meno di corsa. E poi la neve stimola al dialogo coi vicini, in strada, mentre la si spala. Sono tante piccole sensazioni sulla neve, su quanto ci porta. Nella sua manifestazione.
Tornando al profumo della neve, potremmo disquisire su quante volte dovremmo essere capaci di percepire il profumo di un qualcosa ancor prima che lo stesso evento sia manifesto. Un pò quello che ragionavo ieri parlando del visibile o del non visibile. Ma questa è un'altra storia, su cui mi devo applicare in questo inizio 2009.
Un ultimo pensiero sulla immagine di oggi, che non è mia. In Brianza è tipico trovare delle cascine fortificate sulla cima dei numerosi colli. Ieri ci siamo dedicati al Castello di Crippa che giocava a nascondino con la nebbia, oggi ci spostiamo di poco e ci dedichiamo a quello del Buonmartino a Olgiate Molgora, ammantato di neve. Nel suo mistero è pura poesia. Gli ho tolto il colore perchè con il pensiero voglio viverla come se fosse una immagine di secoli fa: del resto, anche grazie alla neve, non abbiamo elementi che ci riportano ai giorni nostri. Oggi voglio perdermi nel tempo che fu...
(nella foto di Isabella Lavelli di oggi: il Buonmartino a Olgiate Molgora, ammantato di neve)