mercoledì 25 dicembre 2013

Per chi ha vissuto un "non bianco" Natale

Questo "non bianco" Natale volge al termine. La neve quest'anno ha fatto una fugace comparsa sul finire di novembre. Dicembre è volato veloce ricco di giornate serene e magiche stellate notturne. Il giorno di Natale è stato invece avvolto da una vera e propria tempesta di vento e pioggia, e così sarà anche Santo Stefano.
A volte si è meteoropatici, ovvero lo stato d'umore subisce le conseguenze di quelle che sono le condizioni meteo che ci circondano. Ma a volte forse avviene il contrario, ovvero che le condizioni meteo sono lo specchio di quel che ci sentiamo dentro.
Son certo che per tante persone sarà stato un Natale splendido, un Natale di Amore, stretti attorno al camino acceso ma ancor di più nel calore della famiglia, che scalda anche gli ambienti più freddi, in questo clima di crisi che ci circonda.
Ma immagino che tante persone avranno vissuto questo Natale un po' come lo vivo io ogni anno: una sorta di punto di verifica di quel che hai realizzato o meno nella Vita. E forse le numerose verifiche hanno portato al clima "poco natalizio" di quest'anno.
Un po' come quando vivi confronti "a senso unico": è inutile perder tempo. Anche perchè il vero tempo che perdi è quello che non dipende da te ma dagli altri.
Questo post non ha nè capo nè coda, sono solo libere emozioni in una tarda serata di un "non bianco" Natale. Fuori la pioggia batte ed il vento ulula. Ma le lucine di Natale imperterrite sfavillano. Perchè Natale quando arriva, arriva. E come arriva, finisce. Ma dopo Natale arriva Capodanno: ed in quel momento i pensieri si fanno ancora più intensi, perchè cambi le agende, cambi l'ultima cifra dell'anno. Con l'anno che lasci che si ostina a comparire di nuovo quando scrivi le date nei primi giorni dell'anno e l'abitudine dell'ultima cifra non l'hai ancora presa...
(Nota a margine: in questo 2013 ho scritto pochissimo. Me ne rendo conto. Vedremo cosa succederà nel 2014, ma non prometto nulla, perchè ultimamente le mie promesse son spesso "da marinaio"...)
(nella mia foto di oggi: cipresso solingo avvolto dalla prima neve)

lunedì 8 aprile 2013

Tutto scorre... (Eraclito)

La primavera quest'anno tarda ad arrivare... Proprio in questi giorni, tanto grigi che sembran più novembrini che primaverili, timidamente i prugni sono esplosi, così come i mandorli. Per il resto c'è ancora qualche giorno, e poi le colline della mia dolce e ruvida Terra di Brianza saranno punteggiate dai batuffoli bianchi dei ciliegi in fiore.
"Tutto scorre..." Magari con ritardo, ma tutto inesorabilmente scorre. Le giornate si accorciano, le giornate si allungano. La luna si fa piena, la luna sparisce nel buio della notte punteggiata da stelle tremolanti. Cade la pioggia, poi fa capolino il sole, poi cade di nuovo la pioggia. La neve in un batter di ciglio tutto ammanta e si scioglie in un batter di ciglio, sempre più spesso, restituendo la Terra alla vista degli occhi....
"Tutto scorre..." L'animo si emoziona, l'animo si rattristisce, l'animo si raddolcisce, l'animo si fa duro, l'animo si fa felice, l'animo si eccita, l'animo si abbatte, l'animo si sovraespone come una fotografia aggredita dalla luce che tutto polarizza...
"Tutto scorre..." Il Tempo, la nostra Vita, i nostri piaceri, i nostri dispiaceri. Tutto passa spesso come sabbia tra le mani o in una clessidra che eternamente trasferisce i granelli da una parte all'altra mossa da una eterna forza di gravità.
Un corpo che si abbandona scivolerà verso il basso, la gravità non perdona. Per elevarsi al cielo bisogna vincere prima di tutto questa forza di gravità, nell'eterno braccio di ferro della Vita, e solo dopo averla vinta si può tentare di essere più forte per innalzarsi.
Spesso l'animo segue il corpo, in queste evoluzioni. E' più facile abbattersi, che elevarsi.
L'apatia porta all'abbattimento, per risalire la china ci vuole forza
d'animo e di volontà.
Per tentare di fluttuare nel cielo ci vuole una grande energia...
E poi ci sono quei luoghi che funzionano come un moltiplicatore di energia, come rampa di lancio per elevare la tua aura al cielo.
La collina dei cipressi è la mia principale "rampa di lancio metafisico".
Metafisicamente mi levo tra il candore delle nubi, proprio lì, in quel frammento di cielo azzurro...
(nella mia foto di oggi: i cipressi di Monte di Rovagnate in una giornata primaverile)

mercoledì 27 febbraio 2013

"Eppur si muove..."

Quel vento leggero da Nord, che sa essere come una lama di un rasoio sulla pelle, pizzicava il mio animo. La luce dell'ultimo plenilunio d'inverno, riverberata dalla neve, inondava il mio cuore.
La neve aveva quella crosticina dura come il marmo che sembra reggerti e poi cede, nel classico rumore della neve che cede e viene calpestata. Il mio faro, Montevecchia, era come sempre lì davanti a me, in questa strana sera di questo strano periodo di fine inverno.
Già, perchè l'inverno termina tra una manciata di giorni.
Già, perchè sotto questo manto di neve sono nascosti dei fiori già sbocciati.
Già, perchè la neve fuori stagione è come una emozione inaspettata: ti inonda di meraviglia come il turbinio di follia dei fiocchi trasportati dal vento e rapidamente si squaglia al sole del raziocinio, che ti riporta alla tanto odiata/amata quotidianità: odiata, perchè ti fa capire quanto più Tempo ci vorrebbe per vivere la Vita, amata perchè ti tiene sulla giusta rotta come i binari guidano un treno...
Ho voglia di primavera. Una primavera totale, da vivere fino all'ultimo petalo di fiore di campo da sfogliare, da assaporare inebriato dal profumo ancor più di quanto non lo sia un'ape ingorda completamente ammantata di nettare.
L'inverno è stato lungo, e la primavera tarda ad arrivare: ma ci travolgerà come in un dolce naufragio nel nostro "oceano di silenzio, che scorre lento, senza centro nè principio" (F.Battiato). Sul piano teorico può non avere "centro nè principio": ma sul piano dell'oggi sono invece consapevole di quale sia la fonte di tutto ciò.
Eppure non è una fonte concentrata, ben definita.
Ma è una scintilla, che ben conosco, che tutto ha mosso, inevitabilmente.
"Eppur si muove"... (G.Galilei)
(nella mia foto di oggi: giochi di luce nevosi a Cascina Butto, a Montevecchia)

lunedì 31 dicembre 2012

Ultimo plenilunio

E così anche l'ultimo plenilunio di questo strano anno è arrivato.
Tutto scorre, come ben sappiamo, e le dodici lune che si sono materializzate davanti ai nostri occhi hanno accompagnato un 2012 sicuramente difficile, in cui tante nostre certezze che avevamo all'inizio dell'anno non sono più tali alla fine dello stesso.
A volte ci si trova ad affrontare il futuro con uno spirito rinunciatario ("andrà sempre peggio..."), a volte con uno spirito più ottimista ("non potrà che andare meglio, l'anno nuovo..."). Ma non tutto quello che ci circonda è governato dal nostro agire: a volte ci si trova catapultati in fiumi di Vita con una corrente più impetuosa di quella nella quale siamo abituati a nuotare e ci sentiamo in pericolo, a rischio di annegamento... Ed allora anche solo una mano che ci afferra ci può apparire l'unica salvezza, fosse anche quella che in condizioni normali non avremmo mai voluto stringere: in punto di morte l'uomo capisce quanto sia attaccato alla Vita.
Il nostro agire è ormai costellato di pretese quotidiane che danno per scontate troppe cose: e così  non si tiene in debita considerazione chi se lo merita, salvo poi pentirci amaramente quando ci troviamo a perdere quella persona o quella particolare condizione sociale.
Serriamo le fila, cerchiamo di sorridere nonostante tutto. Se tutti gli sguardi che incontri sono cupi e tristi non puoi che intristirti anche tu. Quindi nel nostro piccolo cerchiamo di essere portatori di gioia, serenità e speranza. E nei momenti più difficili, rifugiamoci tra le braccia di chi ci ama o semplicemente prova affetto per noi e per il nostro modo d'essere.
Dobbiamo essere prodighi di abbracci. Anche solo "virtuali", disegnati con morbide parole, purchè siano abbracci sinceri: evitiamo l'ipocrisia che a ogni piè sospinto tenta di annidarsi in ogni nostra azione.
Sono contro ogni "etichettatura di status".
Amo vivere il bello che mi circonda.
Amo fare ciò che adoro fare.
Amo passare il tempo con chi mi fa stare bene, senza troppe domande.
E, a volte, amo anche stare da solo perchè ci sono dei momenti in cui è opportuno dialogare guardando negli occhi il nostro cuore o la nostra mente.
Amo vivere, nonostante tutto.
Buon anno a tutti!
(nella mia foto di oggi: l'ultimo plenilunio dell'anno 2012)

martedì 25 dicembre 2012

Presepe di Brianza

La Brianza ormai non ha più confini: tutti vogliono essere nella Brianza, Monza ne ha addirittura scippato il nome ai lecchesi e comaschi. La Brianza storica è nata qui, tra il colle di Montevecchia ed il Monte di Brianza, e si è poi allargata a tutto il territorio compreso tra l'Adda a levante ed il Lambro a ponente, con le Prealpi a tramontana e Monza a mezzogiorno.
Ma l'essenza della Brianza è nel nostro presepe di Brianza, "l'irto colle". Quel colle dove "l'aria l'è fina", quel faro luminoso che come una calamita attrae a sé lo sguardo metallico dei brianzoli.
Qui, tra vicoli e nebbia, qui, dove il fumo dei caminetti profuma d'incenso, qui, sul "risciul" della piazzetta che brilla alla luce delle lanterne. Qui, dove la salita d'inverno ti riporta il sole quando la pianura è avvolta nella nebbia, qui, dove osservi tramonti mozzafiato con il vento che da Nord leggero ti coccola mentre vai alla ricerca dei folletti e delle bacche di pungitopo. Qui, dove la primavera esplode con fuochi d'artificio di ciliegi in fiore in ogni dove. Qui, dove la salita d'estate è profumo di rosmarino ed erba salvia misto allo zolfo anche se non ti trovi su un vulcano, qui, dove i bicchieri di bianco fresco si velano della condensa d'una calda giornata afosa mentre sui cipressi del Santuario le cicale cantano. Qui, nel silenzio dei boschi d'autunno dove morbide cadono le castagne, con tonfi sordi, sul sottobosco punteggiato di foglie che si librano nel vento, abbandonate al loro destino inesorabili, dopo l'ultimo atto d'amore al paesaggio.
Qui, dove tutto scorre, ma nulla passa...
Lo so, questo è un atto d'amore. Un atto d'amore a Montevecchia.
Se non ci fosse bisognerebbe inventarla: "e il naufragare m'è dolce, in questo mare..."
(nella mia foto di oggi: il Santuario di Montevecchia, come un presepe in una serata prenatalizia)