domenica 29 agosto 2010

Occitania - Parte 2: "... E il vento fa il suo giro..."

Avevo visto non senza curiosità il film "E il vento fa il suo giro", prima opera di Giorgio Diritti, e di quel film mi sono rimaste in mente tre cose: la colonna sonora, con musichette con organetti e ghironda, gli sguardi dei protagonisti, le parole in occitano... Insomma, un film piacevole, anche se drammatico e quasi inquietante.
Quando ho imboccato la strada della Valle di Maira avevo un solo desiderio, vedere dal vivo questi luoghi fatti conoscere dal film. E così ho fatto.
La scene iniziali sono ambientate nel Vallone di Elva, tra neve e ghiaccio e cielo grigio. Estremamente inquietante. In estate il vallone l'ho trovato dopo un pomeriggio di peregrinazione in valle cercando tutte le gole tramite le cartine topografiche, e devo dire che non è così terribile, ma la scenografia comunque merita, grazie a questa strada rubata alla montagna.
Ma il borgo in cui il film è ambientato era il piatto forte. Cercarlo non è semplicissimo, ma di questo dirò qualcosa alla fine. Nel film il borgo si chiama "Chersogno" (che è invece il nome di una cima posta nelle vicinanze) ma nella realtà il paese si chiama "Ussolo", ed è una frazione di Prazzo, in media Valle Maira.
Arrivare in questo paese è una cosa davvero particolare. Si trovano diversi turisti, gente forestiera che penso fosse lì per il medesimo motivo mio. Ma queste case sono mezze abbandonate e quelle che appaiono abitate semprano popolate di fantasmi. Ci siamo fermati una mezz'oretta e non siamo riusciti ad incontrare un residente: era un pomeriggio in settimana, forse bisognerebbe ritornarci alla domenica.
La riflessione finale è come il film sia stato vissuto in Valle Maira. Secondo me è stato sofferto, forse lo spaccato dei valligiani (secondo me comunque reale) che presentava non è stato apprezzato dagli stessi. E allora in Valle di Maria nulla celebra o semplicemente ricorda il film.
Ad Arezzo invece, dove è stata girata la parte comica de "La vita è bella" di Benigni sono state collocate delle colonnine con le foto di scena del film. In Valle di Maira nulla ricorda quel film, non un cartello indica Chersogno (alias Ussolo).
Come se anche il film facesse ormai parte dei fantasmi che abbondano nella valle occitana...
Per saperne di più: il sito ufficiale del film: http://www.ilventofailsuogiro.com/.
(nella mia foto di oggi: Ussolo di Prazzo, Chersogno nel film "E il vento fa il suo giro)

domenica 22 agosto 2010

Valle di Maira - Occitania, Parte 1: i luoghi

Ogni viaggio è una esperienza che qualcosa ci lascia sempre. Cose belle e cose brutte. Quando sei in viaggio forse la tua mente è più attenta a ciò che vedi, a cogliere gli aspetti dei luoghi che attraversi. Certo, c'è viaggio e viaggio. Non voglio questa sera parlare delle sensazioni che ti possa offrire il crogiolarsi al sole di un anonimo villaggio turistico su uno dei mari più cristallini od economici, ma piuttosto di ciò che ha scosso in me l'attraversare una piccola parte di Occitania in un paio di giorni.
Iniziamo dai luoghi. Valle di Maira o Macra. Cuneese.
La valle si apre ampia e larga verso Cuneo. Lì la campagna è ancora piatta e ricca, e non senza sorpresa mi sono trovato estesi meleti che credevo parte integrante delle sole valli alpine tipicamente votate alla coltivazione della mela. E già qui ci si trova in una valle "sui generis", abituati come siamo forse alle ben più strette vallate alpine delle nostre amate Prealpi Orobiche.
Dronero è il centro più importante della valle ma di fatto non è ancora inserito in un contesto valligiano più classico, che si incontra solo verso San Damiano Macra.
Particolare a Dronero è il Ponte del Diavolo che, soprattutto di notte, ha un non so che di inquietante. Ma è tutta la valle che porta con sé delle strane sensazioni.
La Natura è molto bella, incontaminata, in alta quota l'incontro con le marmotte è abituale. Spesso nuvole basse portano nei fondivalle una luce sinistra, mentre domina il silenzio o l'ululare del vento in alta quota. Un dedalo di sentieri e strade più o meno carrozzabili attraversa in lungo ed in largo la valle, dove sicuramente ci sono più strade che persone. I piccoli borghi sono spesso simili a "paesi fantasma", mentre in ogni dove ci sono testimonianze della religiosità dei luoghi.
Non ho mai visto tante chiese o cappellette tutte insieme... La lingua occitana (D'Oc) spesso compare sui muri o sulle lapidi, molto meno nel parlato perchè incontrar qualcuno del luogo è già raro, ed incontrar qualcuno che parla è rarissimo.
"A notre mere tant aimee (a nostra madre tanto amata)". E' la scritta in Occitano su una lapide del cimitero di Ussolo di Prazzo (il set del film "E il vento fa il suo giro" di Giorgio Diritti). Ma qui si parla non più di luoghi ma delle persone, ed è un'altra storia...
(nella mia foto di oggi: camino di un capanno al Colle di Sampeyre, Valle di Maira, 2.284 mt. di quota)

martedì 3 agosto 2010

Come farfalla nel vento

Qualche giorno fa osservavo curioso il volo di una farfalla. Leggera come un fuscello, volava planando e seguendo la brezza. Ma a volte era evidente che la subiva, la brezza.
Quante volte nella nostra Vita siamo costretti a seguire la brezza? Od il vento più forte? O la corrente per cercare di non andare controcorrente?
Tante volte ci troviamo faticosamente a risalire la china dopo essere rovinosamente scivolati da una cresta dalla quale ci sembrava di poter finalmente guardare il mondo, dall'alto della saggezza ritrovata. Basta un attimo per perdere l'equilibrio, un attimo per scivolare. Ed anche a non farsi male ci vuole molto di più per risalire.
La Vita è fatta così. Ci sorride, ci offre scelte quotidiane più o meno giuste, e noi siamo ciò che scegliamo. A volte ciò che scegliamo sembra portarci in una certa direzione ed il più delle volte ci accorgiamo, troppo tardi, che era quella sbagliata.
Perchè la bussola non è di serie. E quando osserviamo il sole della ragione per cercare di orientare le nostre scelte a volte lo stesso viene nascosto dalla nebbia del dubbio. A quel punto si rallenta, per forza di cose, e si naviga a vista. Con la speranza di non essersi allontanati troppo dalla rotta ideale del quieto vivere per quando tornerà il sole e avremo il termine inequivocabile di confronto della strada, giusta o sbagliata, che si è percorsa.
(nella mia foto di oggi: farfalla multicolore)