lunedì 27 aprile 2009

Corsi e ricorsi. E soprattutto disordine...

Oggi la pioggia cade davvero abbondante: ogni goccia cade disordinatamente ma nelle pozzanghere ritrova l'ordine della sua forma d'acqua. Son giorni piuttosto strani a dir la verità. Giorni in cui la mia mente lavora per cercare di incasellare, come è sua usanza, tutto ciò che avviene, ma come l'acqua scorre in mille rivoli anche il fluire di questi giorni è piuttosto disordinato. "Le discese ardite e le risalite..." cantava il mitico Lucio Battisti.
La mia mente ultimamente fa un pò di fatica a seguire razionalmente ogni accadimento e partorisce così qualche irrazionale reazione: cosa strana, nel mio costume... Ma forse ogni tanto occorre un pò di disordine... Proprio oggi ho partorito una frase che più o meno diceva così: "normalmente ogni cosa ha un perchè, e quelle che non ce l'hanno sono ancora più belle da vivere". Ed in effetti sto vivendo dei "corsi e ricorsi" che come un film passano nella mia mente. Vite vissute ed allontanate, inspiegabilmente ritrovate, allontanamenti venuti meno, allontanamenti divenuti tali, nuove sensazioni senza un perchè, vecchie situazioni che di perchè ne hanno a bizzeffe. E poi percezioni sbagliate di sensazioni reali, percezioni corrette di sensazioni irreali: il risultato è lo stesso, a ben vedere. E' come quando una nave si trova nella nebbia improvvisamente durante la navigazione. C'è solo un segreto: barra al centro e rallentare... E non pensare di essere come il Titanic: inaffondabile. Peccato che giaccia in fondo all'oceano... Volare basso accidenti, ma mai smettere di vocare all'infinito: perchè in caso contrario sarebbe un volo pindarico, ma presto d'Icaro: la cera si scioglie!
(nella mia foto di oggi: la pioggia avvolge la valle, sullo sfondo Montevecchia)

lunedì 20 aprile 2009

Simposio di artisti

Era una serata di piena primavera ma sembrava autunno. Bruma e nuvole basse al colle, mentre il bosco torna verde e i ciliegi in fiore si spengono. La piazzetta di Montevecchia pareva proprio in abito autunnale: pioggerella e "risciul" (acciottolato) lucido. Il piccolo ma grande "Ristorante La Piazzetta" in una serata così è ancora più accogliente, nella sua attenzione alle piccole cose.
E ieri sera è andato in scena un vero e proprio simposio di artisti. Serata dedicata ai prodotti nel nostro territorio di Brianza, al loro legame con la tradizione e alla loro voglia di innovazione: ben riuscita, come l'abito che lo chef Riccardo Crepaldi ha saputo ritagliare per vestirli, su bozzetto di Walter Stuerz, che è stato dei più azzeccati.
Adoro le cene di degustazione. Sono una esperienza bellissima: consentono di assaporare sapori e sentire come nascono, perchè dietro ogni prodotto e piatto c'è una storia: una "Storia di Terra: oltre il visibile" come ho già scritto in un altro post. Ieri sera è stato un vero e proprio simposio di artisti: produttori, ristoratore, chef e commensali. Produttori e chef sul bozzetto del ristoratore ci hanno dipinto dei quadretti, ognuno dei presenti li ha vissuti come si vive un quadro vivendo percezioni diverse: ma tutte positive.
E' proprio vero che nella Vita a volte bisogna sapersi dedicare del Tempo: anche per queste cose!
Grazie a Walter per l'idea e l'organizzazione e a tutti per la piacevole serata: alla prossima...
(nella foto di stasera dal sito http://www.ristolapiazzetta.it: panorama da Montevecchia)

domenica 19 aprile 2009

L'alba si incunea nella notte

L'alba si incunea nella notte. E' uno spettacolo che si ripete ogni giorno nel quale il cielo è sereno. E' che a quell'ora siamo spesso e volentieri ancora addormentati e sicuramente lontani da un posto panoramico. L'alba è meno comoda dei tramonti, ma non per questo è meno bella.
E' bellissimo vedere come la luce si incunea gradualmente nel buio della notte guadagnando sempre di più lo spazio con il suo chiarore: è come quando la neve inizia a sciogliersi e riemerge gradualmente la terra, è come il verde che riconquista gradualmente, giorno dopo giorno, il bosco in questo tempo di primavera: la nuova stagione però quest'anno arranca. Non è ancora esplosa alla grande: poi ci stupirà di colpo con il suo calore e non ci resterà che dire "non esistono più le mezze stagioni..."
Qualcosa di vero c'è per quanto riguarda le stagioni meteorologiche ed invece credo che ormai sia certo che non esistono più le mezze stagioni del nostro stato d'animo. La rincorsa del quotidiano ci costringe a vivere male le nostre emozioni, e così a volte alterniamo giorni eccessivamente positivi (sovraesposti) a giorno più neri del previsto: così, dall'oggi al domani, inspiegabilmente, sia nel positivo che nel negativo. Dobbiamo riappropriarci del tempo, del tempo per noi stessi: ed assaporare la Vita non a "spizzichi e bocconi"...
(nella foto di oggi dalla webcam degli Escursionisti Civatesi (http://www.escursionisticivatesi.it): l'alba dal Cornizzolo)

lunedì 13 aprile 2009

Esplode la primavera: senza rumore...

Ci sono esplosioni che non creano rumori. La primavera è una di queste. Soprattutto se, come quest'anno, arriva dopo un inverno lungo e vero. La primavera è tutta una esplosione: esplodono i boccioli dei fiori, esplodono le gemme. Le gemme e i boccioli sono come delle teche che preservano la Vita fino a offrirla al sole nel momento in cui è l'ora di offrirla: è proprio il sole che governa il processo. Osservate le gemme d'inverno: sembrano legnose, senza Vita. Poi di colpo diventano turgide, si gonfiano, si ammorbidiscono ed infine esplodono: le gemme e i boccioli racchiudono una sorta di tesoro.
I ciliegi e gli altri alberi da frutto si colorano di fiori, l'erba si fa più verde e anch'essa si rianima. Gli uccelli cantano soprattutto all'aurora, ed ogni giorno il loro canto conquista sempre di più la notte che si accorcia, l'aria si fa profumata, le serate si fanno tiepide e si torna ad osservare l'imbrunire all'aperto.
Anzi, in questo periodo dell'anno è utile anche fermarsi e cercare un nuovo bilanciamento con noi stessi, dato che ormai viviamo perennemente sfasati tra quanto vogliamo fare e quanto invece facciamo, rincorrendo il quotidiano. La ricetta è semplicissima. Prendete una giornata di sole gradevole come quella di oggi, portatevi da soli in uno di quei posti che la Brianza ancora ci offre, immersi nella Natura. E' importante andarci da soli e senza lettori mp3 o diavolerie varie al seguito. Camminate lungo sentieri salutando chi incrociate. Sedetevi in un punto panoramico, chiudete gli occhi e cercate di percepire quanto vi circonda ascoltando i suoni della Natura e i suoi profumi. Poi aprite gli occhi e dopo l'abbaglio iniziale che sicuramente vi darà la Luce cercate di prolungare ogni pensiero positivo nella bellezza del paesaggio che state vivendo, per sentirvi parte di esso. La vostra Essenza volerà di fiore in fiore rincorrendo gli uccelli o lo scroscio dell'acqua nel ruscello e ancora una volta ci si accorgerà che "L'infinito non va e non viene: ci avvolge...".
(nella mia foto di oggi: ciliegi in fiore a Montevecchia alta, località Cappona)

giovedì 9 aprile 2009

Il cerchio è chiuso

Oggi. Stasera. E' l'imbrunire.
Sensazioni rivissute in altra forma. Luoghi ripercorsi con la maturità del dopo. Camminare in silenzio su strade non percorse da Tempo. Ritrovare cose lasciate immutabili ed immutate. Chiudere gli occhi pensando che si vive una volta sola in una certa forma o luogo, pronti a vivere nuovamente in altri luoghi ed in altri tempi.
Nella foto di oggi c'è un forte simbolismo: l'acqua del Fiumelatte che scorre impetuosa e frastagliata verso il lago: "quel ramo del lago di Como...". La luce che rende tutto più metafisico. La stessa acqua che sfociata nel lago cambia aspetto e colore: ma è la stessa acqua.
Il mutevole del quotidiano al cospetto dell'essenza della Vita, che è immutabile. Si rivive con occhi nuovi, si comprendono cose non comprese: e si chiude il cerchio. Ci si guarda dentro, ci si guarda intorno, si fa un respiro profondo, e si dice: "Il cerchio è chiuso".
Rosario Di Bella, in questo brano, ci mette quello che manca di me in questo post: "Mi muovo un po' distratto tra macchine e rumori e cerco solo pace dove tutto tace. La sera è così fresca, la luna è così chiara: vorrei provare a non pensare a niente. E mi confondo con le nuvole e volo in alto oltre il mio respiro. Lungo le sere, le strade e le frontiere si sente un suono forte, un rimbombar di canto. E mi vien voglia di parlar con te di cose semplici, di tenere abitudini. E no che non volevo lasciarti in questo posto e no che non volevo tenerti come un sasso. Mi sto accorgendo adesso che senza te è diverso, ora che ho tutto il tempo e posso fare quel che voglio: ti prenderei per mano, ti porterei lontano da questi grattacieli a case di metallo. Eppoi distesi a farci ombra, sognando isole e mondi indefinibili" (Rosario Di Bella, Non Volevo, 1993).
Dedicato a chi, nella sua Vita, ha amato almeno una volta e davvero...
(Nella foto di oggi tratta da www.balconisullealpi.it: il torrente Fiumelatte)

lunedì 6 aprile 2009

La Terra trema. E pure gli uomini...

Ho dormito poco stanotte. Mi sono rivoltato nel letto più volte. All'alba sentivo delle sirene di soccorsi in lontananza. Quando mi sono alzato ho avuto la notizia del disastroso terremoto in Abruzzo. Lo so', sarà stata una pura casualità la mia notte quasi insonne: però è successo. Forse a volte siamo anche noi come gli animali, che sanno percepire più di noi i fenomeni violenti della Natura.
La Terra ha tremato violentemente stanotte. In meno di trenta secondi sono state spezzate centinaia di vite, ognuna con la propria Storia, e gettate in strada migliaia di persone, tremanti, come la Terra. Quando avviene un terremoto di queste dimensioni ci sentiamo davvero piccolissimi, come davanti ad altri fenomeni violenti della Natura. Ci sentiamo dei fuscelli inermi che volano tra le raffiche di un vento impetuoso. Poi chiudi gli occhi, mediti sulla tua Vita, e pensi che in fondo sei fortunato. E pensi che forse la scala delle priorità deve cambiare, che ti devi rapportare con la Natura e con gli altri in un modo diverso.
Poi la Vita riprenderà il suo corso e tenderai di nuovo a banalizzare ogni cosa. Accidenti, quanto è stupido l'Uomo...
(nella foto Arcieri di oggi: San Pio delle Camere, uno dei paesi in provincia de L'Aquila più colpiti dal sisma)

domenica 5 aprile 2009

Parla a chi sa ascoltare

Qualche giorno fa ho seminato con amici le patate. Ero su alcuni terrazzamenti molto belli di Cereda, a Perego, e quello che è successo è particolare. C'erano due pianori diversi. Il primo è stato arato solo un mesetto fa, e non aveva preso nè pioggia, nè neve, nè gelo: si insisteva con la motozappa, eppure la terra faticava a sciogliersi: restavano piccole zolle dure, nonostante si insistesse. Il secondo pianoro era stato invece arato nello scorso autunno: aveva preso il gelo, la pioggia, la neve: ebbene, con un solo passaggio di motozappa la terra era diventata fine come la farina, e soffice. Eppure la terra del primo pianoro è identica a quella del secondo: sono cambiati solo i tempi.
Ecco, mutuando la metafora, bisognerebbe dire che vale la pena parlare a chi sa ascoltare. Come la motozappa insisteva sul primo pianoro e non otteneva effetti, così faremmo parlando ad una persona che non vuole ascoltare. Ma per sapere ascoltare occorre addolcire la nostra scorza esterna, occorre essere disponibili: dobbiamo anche noi in qualche modo ricevere la nostra pioggia, il nostro gelo, la nostra neve, che sono i vari fatti della Vita: solo così possiamo diventare terreno soffice e fertile.
Un pò come nella fotografia che apre questo post: le due cime innevate illuminate dalla luce del tramonto sono ancora più visibili e maestose perchè i soggetti in primo piano sono in ombra. Quindi anche una medesima percezione può avere caratteristiche diverse a seconda del contesto in cui viene vissuta...
(nella mia foto di oggi: tramonto in Valdidentro, Valtellina)