Quando si vivono questi momenti bisognerebbe avere la capacità di costruirsi una sorta di rete di sicurezza, come quelle dei funamboli al circo. Una rete che ti possa accogliere senza danni in un abbraccio salvifico nel momento stesso nel quale il tuo camminare sul filo della vicenda dovesse rendersi incerto oppure il filo stesso dovesse rompersi. Ma non sempre ci si riesce, e così a volte non si vive quello che ci si presenta davanti per la paura di sbagliare e fallire.
In questi casi risuona la frase "Meglio avere rimorsi che rimpianti..." Forse è proprio questo che bisogna fare: le occasioni della nostra Vita sono innumerevoli già senza cercarle, quando nell'andare casuale si riesce a cogliere ogni frammento di Bello che ci si presenta di fronte. Se si cercano, poi diventano infinite...
Il rischio è uno solo: essere "sovraesposti". Quando non ti neghi nulla e sai cogliere ogni piccola cosa, vivendola fino in fondo, sia che ti porti piacere che dolore, rischi di perdere il contatto con la realtà, con un delirio di onnipotenza che si impadronisce di te.
In questo periodo questo delirio mi aggredisce spesso, purtroppo. E l'andamento degli accadimenti quotidiani è già stato dipinto dalla coppia Lucio Battisti /Mogol in uno dei brani più belli della musica italiana: "...le discese ardite, e le risalite..."
Cara saggezza, quando mai riuscirò a vestirmi di Te?
(nella mia foto di oggi: tramonto da Montevecchia, solito luogo in cui mi perdo in me stesso)