domenica 29 maggio 2011

Tra il chiaro e lo scuro...

Primo tempo e primo scenario.
La foto di oggi l'ho scattata un paio di giorni fa poco dopo una vera e propria tempesta. Il tempo era davvero cangiante e mutevole. Stavo fotografando i rovesci di pioggia che velavano le vette del Triangolo Lariano, mentre la bergamasca era avvolta nel temporale che aveva appena lasciato la Brianza e la Valletta sotto il mio sguardo grondava goccioloni dalle foglie degli alberi. L'aria si era fatta frizzante e per la foga di cogliere l'attimo ero sceso dall'auto senza la giacca e si sentiva: ma si sa', quando si fotografa si viene presi da un specie di "pathos" che ti rende cosa unica con la fotocamera ed il paesaggio...
Insomma, stavo scattando queste foto che hanno il sapore del controluce che tanto mi appassionano. Tutto ad un tratto il cielo all'orizzonte s'è aperto: davanti le nubi scure, poi un pò di nubi illuminate dal sole, un vero e proprio squarcio di azzurro con tanto di nuvoletta bianca ed illuminata e poi nuove nubi scure.
L'attimo era da cogliere e l'ho colto: un cielo così mutevole è abbastanza raro.
Forse quel cielo disegnava la mutevolezza dela mio animo. E' un periodo decisamente poco stabile. Le montagne russe metafisiche sono all'ordine del giorno e si alternano momenti euforici ad attimi di tristezza e malinconia. Il bianco ed il nero: ogni giorno, più volte al giorno. Un animo tra il chiaro e lo scuro. E tanti pensieri.
Una telefonata, un nuovo attimo da cogliere.

Secondo tempo e cambio di scenario.
Mentre camminavo sul lungolago a Malgrate, osservando Lecco che scintillava sull'altra sponda (e con quel paesaggio ovviamente avevo un solo, remoto, pensiero nella testa) un vento rombante squassava gli alberi ed addirittura spruzzi di lago raggiungevano la strada. L'animo si era fatto leggerissimo, come non accadeva da tempo. Una battuta ne chiamava un'altra, come una ciliegia chiama l'altra quando le si mangia direttamente dall'albero. Birretta. Strana e ricercata, molto dolce, con un retrogusto amarognolo: alla violetta. Una battuta ne chiamava un'altra. L'animo si era fatto ancora più leggero, come non accadeva da mesi. Di nuovo il lungolago, di nuovo il vento forte, ma basta spruzzi. Sì, perchè anche il vento è mutevole e se prima arrivava da Sud ora tirava da Nord. Di nuovo Lecco, ma "quel" pensiero stavolta cercava di rimbalzare. La notte brillava di meraviglia e strana dolcezza, come un abbraccio sincero. Ma la malinconia era dietro l'angolo. Tra il chiaro e lo scuro, un'altra volta. In meno di ventiquattro ore.

"La primavera intanto, tarda ad arrivare" (Franco Battiato).

(nella mia foto di oggi: gioco di nubi)

martedì 24 maggio 2011

Tirare una riga. E sapere andare oltre...

L'ultimo post parlava del "controluce" e di quanto con la luce piena una particolare situazione sarebbe stata chiara. La luce è arrivata, più abbagliante del previsto, e la situazione è apparsa quindi più nitida del previsto nel suo manifestarsi, purtroppo negativo.
L'effetto è il medesimo di quando si esce da un locale buio in un piazzale pieno di luce: si prova un attimo di smarrimento, mentre gli occhi si abituano alla nuova luce.
In quei frangenti ti senti travolto da un mare impetuoso di pensieri e ripensamenti. Cerchi di trovare una ragione per cercare di spiegare con la logica cose che una logica non l'hanno, con il rischio di arrovellarti ancor di più.
E siccome i guai non vengono mai da soli, ecco che tutto d'un tratto altri problemi minano altre certezze e ci si trova quasi progionieri d'una palude avvolta nella nebbia, una specie di labirinto del pensero. In certi frangenti la migliore azione è la "non azione". Perchè qualunque azione tu dovessi attuare, sicuramente riusciresti a sbagliarla.
In questi giorni ho vissuto la chiarezza di un detto tanto famoso: "dalle stelle alle stalle". In un battibaleno il mondo appare in bianco e nero, e ti trovi ad assaporare la solita cena che però manca del sale, rendendoti ogni boccone ancora più insipido. Ti senti spaesato, ti senti abbandonato da chi aveva bisogno non di te ma del tuo ruolo e forse riscoperto da chi aveva bisogno di te e fuggiva dal tuo ruolo.
Tutto d'un tratto stasera una riga di luce ha attraversato l'orizzonte del tramonto: una linea immaginaria ed impalpabile quanto la scia di un aereo, destinata a scomparire, ma allo stesso tempo tanto strabiliante e luminosa. Ma quella linea resta stampata nella tua mente, nel tuo cuore, come se fosse un aiuto a separare ciò che è buono da ciò che è cattivo.
Dopo la sbornia, è il Tempo del discernimento.
Mai perdersi d'animo, perchè tanto l'animo insegue l'infinito e mai ci abbandonerà.
E' il Tempo del silenzio, è il Tempo della semina, è il Tempo della rinascita.
Le rovine fumanti di ciò che sei stato sono sempre più lontane.
(nella mia foto di oggi: scia d'aereo al tramonto)

domenica 15 maggio 2011

Controluce

I controluce all'imbrunire sono molto belli. In quello che ho catturato questa sera il nero della collina fa risaltare le sfumature di blu che gradualmente degradano verso il nero dell'orizzonte. Talune volte le situazioni sono molto sfumate, altre volte sono più nette.
In queste ore sto vivendo un'attesa di un qualcosa che sarà decisamente netto, entro domani a quest'ora. Sarà un controluce sugli ultimi anni della mia Vita, una verifica reale non richiesta ma voluta. Adoro fotografare i tramonti, adoro fotografare i controluce. Forse anche il mio animo ha una scarsa capacità di vivere le sfumature, ed il più delle volte tende ai contrasti. Il bianco ed il nero. Quella cosa che spesso mi reca un pò di sofferenza perchè mi porta a rendermi conto di quanto la saggezza trovi invece spazio nelle sfumature.
Oggi, serata limpida e fresca, con la luna sfavillante nel cielo, il mio "mood" mi ha portato in mezzo ad un campo a Beverate a fotografare il "Munt de Beveraà" (Monte di Beverate, che di nome in realtà fa Crosaccia). E pensare che quella collina l'ho vissuta come mai si riesce: ci sono stato nel ventre (costruzione della galleria ferroviaria) ci sono stato sulla vetta (più di una volta) e stasera l'ho scelta come palcoscenico del controluce serotino.
Certe cose vengono alla mente solo dopo...
E' una giornata strana, in cui mi inseguono i ricordi ed in cui il futuro mi fa un pò paura. Una giornata in cui la gioia si alterna alla tristezza con troppa rapidità. Una giornata di controluce della mente, terminata a fotografare un controluce della Natura di Brianza.
Domani il sole splenderà alto nel cielo, le ombre saranno nette e le espressioni dei visi saranno inequivocabili. E l'azzurro dell'orizzonte saprà di infinito.
Tutto fluisce, sempre e comunque.
(nella mia foto di oggi: controluce sul "Monte Crosaccia")

lunedì 2 maggio 2011

La confidenza dell'amicizia

"...penso che nessun'altra cosa ci conforti tanto, quanto il ricordo di un amico, la gioia di una sua confidenza o il sollievo di esserti tu confidato con lui con assoluta tranquillità appunto per essere amico, conforta il desiderio di ricordarlo, di evocarlo per sentirlo vicino, quasi per udire la sua voce e continuare colloqui "mai finiti"..."
Inizio questo post con parole non mie. Me le sono trovate oggi, davanti agli occhi, all'interno di un programma di sala del Concerto di Primavera del Corpo Musicale "Alessandro Pirovano" di Cernusco. Un concerto dedicato alla memoria di Luca "Cata" Catalano, il giovane giocatore di calcio del G.S. San Luigi che lo scorso anno perse tragicamente la vita in un incidente di gioco. Un concerto che tra l'altro è stato molto bello e sentito. Le parole sopra riportare sono le parole di Padre David Maria Turoldo, un grande saggio dei nostri Tempi.
Di queste parole mi ha colpito subito questa parte: "la gioia di una sua confidenza o il sollievo di esserti tu confidato con lui con assoluta tranquillità appunto per essere amico". Queste parole mi hanno portato a pensare ai rapporti, sia quelli formali che quelli di amicizia. E queste parole mi hanno portato a questa meditazione: la differenza tra un rapporto di amicizia ed un qualunque rapporto formale è una sola: la reciproca, sincera e naturale confidenza...
In questi giorni ho tante preoccupazioni e sicuramente è anche più difficile starmi vicino. E nei giorni difficili emerge ancora di più la differenza tra un rapporto formale ed un rapporto di amicizia.
A volte basta poco, a dare un senso di confidenza: anche solo una pacca sulla spalla.
In questi giorni complessi davanti ai miei occhi si parano tante immagini che invitano alla meditazione sul senso dell'infinito: e l'immagine che oggi condivido con questo post è sicuramente una di queste.
(nella mia foto di oggi: distesa di colza in fiore ad Osnago)