Partiamo con l'inverno. Si poteva scegliere la neve. Ma la neve rende tutto fiabesco e non rende l'idea della Natura addormentata in attesa della primavera. Questa immagine rende la vera idea dell'inverno. Cielo velato di grigio, senza sole. Boschi marroni, senza verde. Prati non coltivati marroni quasi quanto i boschi. Prati coltivati spelacchiati con una parvenza di verde spento ed un desiderio estetico di raggiungere il marrone dei boschi. Colori sicuramente freddi, come la giornata in cui la fotografia è stata scattata.
Immaginiamoci ora la primavera. Sarà un'esplosione di verde: i boschi diventeranno smeraldini, il cielo si farà terso e blu cobalto, il prato rinverdirà e si riempirà di fiori multicolori, danzando prima del maggengo alla brezza di maggio.
Veniamo all'estate. Una foto notturna ci mostrerebbe le lucciole, una foto diurna celebrerebbe di nuovo il verde del bosco ma il prato, dopo la fienagione, tenderà al giallino, in attesa del secondo taglio. Il cielo si farà più biancastro a causa dell'afa.
Infine immaginiamoci l'autunno. Il prato si farà verde intenso quanto il bosco, che nel frattempo si tingerà di colori caldi, anticamera del marrone dell'inverno. Il cielo tornerà ad essere più azzurro oppure grigio, la bruma dalla valle cercherà di conquistare il poggio con le sue mani gelide.
E' una descrizione minimale. Torneremo a celebrare ogni stagione, nel suo Tempo, in questo stesso luogo. Ma ogni luogo ha una storia. E qui siamo in Valfredda a Montevecchia. Il nome è tutto un programma e deriva proprio da Valle Fredda. Si tratta infatti di un angolo di Brianza incontaminato e molto freddo perchè è esposto a Nord: è quindi soggetto ai venti freddi di tramontana e non può godere appieno del calore del sole. Montevecchia è nel suo piccolo un bianco ed un nero: sui versanti di mezzogiorno, clima mediterraneo e primizie baciate dal sole, in Valfredda un gelo da umida brughiera. I nostri antenati hanno avuto sicuramente più fortuna a dare i nomi alle località, perchè partivano da una tabula rasa. Ed infatti i nomi antichi sono i più sinceri, come questo, Valfredda. Qui c'era una chiesetta nella attuale cascina, ed era stata giustamente dedicata alla Madonna della Neve: un doppio richiamo al freddo...
Un ultimo ragionamento alla base di questo esperimento. Proviamo a pensare anche alle stagioni del nostro vivere e del nostro cuore: un medesimo evento può essere percepito in un modo diverso a seconda della stagione in cui si colloca. Un pò come il paesaggio. Estendiamo il nostro pensiero ad una dimensione non solo estetica e forse avremo molti esempi nella testa. E' la visione sentimentale delle stagioni. E' molto facile...
(nella mia foto di oggi: Valfredda, Montevecchia, Brianza, in abito invernale)