Ieri sera percorrevo strade conosciute e percorse in tanti momenti della mia Vita. Ci sono strade che conosci a memoria, che potresti percorrere ad occhi chiusi. Percorse sotto le nevicate, in una serata di favonio, durante la pioggia di primavera, mentre d'estate cantano i grilli ed il profumo del fieno riempie le narici, calpestando foglie gialle d'autunno. Mentre percorrevo una di queste strade correndo da un appuntamento all'altro il mio sguardo è stato rapito da una immagine. Era una immagine che mi si presentava si fronte, poco più in alto di me. Al centro svettava il tanto amato Santuario di Montevecchia, faro di ogni brianzolo, illuminato nella sera di fine inverno. Ma oltre all'immagine del Santuario nel cielo scuro altri due oggetti rendevano l'immagine unica, diversa da tante altre volte. Appena sopra al campanile del Santuario vi era infatti la Luna crescente con la gobba a ponente, e più in alto vi era Venere, più luminosa che mai. Il Santuario, la Luna, Venere. Ho fermato l'auto, sono sceso e avvolto nel silenzio quasi irreale ho cercato di fotografare lo spettacolo che mi si presentava davanti: un surrogato dello stesso è ritratto nella foto che apre il post di stasera, ma dal vivo era tutta un'altra cosa.Mi sono fermato qualche minuto, nonostante il rischio di arrivare in ritardo all'appuntamento, ad ammirare quello spettacolo. Ho pensato che il Silenzio a volte è davvero d'oro. Anche se cerchiamo sempre di farlo fuggire perchè il Silenzio a volte ci fa paura: rischieremmo di dare troppo ascolto al nostro cuore che imperterrito batte nel nostro petto, senza se e senza ma. In questi giorni ho cercato il Silenzio, ho cercato di ascoltare il mio cuore, accorgendomi una volta di più che ogni arrivo è una nuova partenza. Ma l'approdo è sempre solo supposto...
(nella mia foto di oggi: il Santuario di Montevecchia, la Luna e Venere)






