lunedì 25 maggio 2009

Varenna. Surreale calma piatta.

Varenna, maggio 2009.
L'afa si fa sentire anche se il sole gioca a nascondino con le nubi: la luce è strana, cheta è l'acqua. La bruma avvolge il Lario e le cime tra il lago e la Svizzera. Una barca a vela di fronte a me, ferma, immobile, abbandonata. Senza vele gonfie mette un pò di tristezza. Arriva un traghetto, l'albero della barca ondeggia, le onde si infrangono sulla darsena.
Sul tavolo uno spritz ormai caldo, mancava il ghiaccio: sul lungolago di Varenna risparmiano pure quello, nonostante il prezzo. Ma la cosa più strana è davvero la luce, come l'assenza di una bava di vento. Penso e taccio, alternando al dialogo con la persona che ho di fronte: io che parlo sempre, a volte troppo. Si dirà che son diventato riflessivo. Non ancora, ero solo pensieroso, come spesso m'accade nel fine settimana: quando la Vita scorre meno tumultuosa.
Varenna, maggio 2005.
Le luci brillavano sul lago. Le stelle erano alte nel cielo terso e limpido. La sera era calata da poco, ed il luccichio delle luci nell'acqua era un tutt'uno con le stelle del cielo. Tirava una brezza abbastanza intensa, che scendeva dalla montagna, s'incuneava nei vicoli, si buttava sul lago creando un pò di onde. Tacevo, a volte non serve parlare. Strano, io che parlavo sempre, a volte troppo. Ero riflessivo? No ero estasiato dalla presenza che avevo al mio fianco. Il vento mi dava i brividi ed il resto li amplificava. Come qualche giorno dopo quella serata ho descritto con queste parole: "La nostra essenza si unisce volando nel vento in dolce armonia. L'infinito si fa presente, il presente si fa eterno. Tutto passa. Il piacere resta".
Tra le due "impressioni da Varenna" son già passati quattro anni: e avevo tanti pensieri in più, e non è colpa della persona che avevo di fronte. Ma il cerchio è chiuso. E' chiuso!
(nella mia foto di oggi: il lago da Varenna)


7 commenti:

marlene ha detto...

Adoro Varenna, quando l'ansia sale io prendo la moto e corro a Varenna, mi sdraio sul muretto...e che ci sia gente o non ci sia nessuno è uguale, tanto non la vedo e non la sento, fisso il cielo e le nuvole che passano, poi chiudo gli occhi e cerco la pace, cerco me e penso alla persona con cui ho chiuso il cerchio, che no c'è... :)

Anonimo ha detto...

Insomma ... dato che eri molto impegnato e quando eri con lei ti perdevi nei tuoi pensieri per recuperare un po' di energia.. t'ha mollato.
Però ti ha lasciato il ricordo di Varenna ... come il colore del grano del piccolo principe.

Giovanni Zardoni ha detto...

@ Marlene: vedo che di cerchi ne chiudiamo in tanti...
@ Anonimo: non è proprio così: le motivazioni della "disfatta" sono altre!

Anonimo ha detto...

Mi auguro davvero per te che il cerchio sia chiuso.........definitivamente

Anonimo ha detto...

Più che il colore del grano del Piccolo Principe il tuo momento rispecchia, parere personale,il dialogo con le Rose "E’ il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante....".Ci si accorge dell'importanza delle persone quando le perdiamo....quando le abbiamo vicine non riusciamo a Viverle, presi dal turbine della Vita e delle sue Distrazioni...e ti e mi chiedo "Veramente serve chiudere il cerchio" o anche questo è un modo come un altro per nascondere la testa sotto la sabbia? Serve verametne chiudere il cerchio se poi ci si pensa ancora al cerchio chiuso?....

Giovanni Zardoni ha detto...

@ ultimo commento anonimo: il cerchio è chiuso nel senso che tutto quanto vissuto non può ritornare, e se anche per sbaglio ritornasse non potrebbe essere vissuto perchè non sono mutate le condizioni che non hanno consentito di viverlo ai tempi. Il resto è nostalgia dell'attimo, dell'attimo vissuto. Del resto lo dico sempre: tutto passa, solo il piacere resta!

Luciana Bianchi Cavalleri ha detto...

ma quanto mi piace, questo tuo bellissimo blog...

Luciana - comoinpoesia