mercoledì 17 giugno 2009

C'è sempre un punto di non ritorno

C'è sempre un punto di non ritorno. Nel piacere ma anche nel dispiacere. A ben pensarci a volte, nel bene e nel male, rinviamo tante decisioni per evitare uno sbilanciamento degli equilibri magari faticosamente raggiunti. Siam sempre lì sul "chi va là". Creando tra l'altro una tensione nervosa che non giova nè a noi stessi nè a quelli che ci circondano. Calcoliamo ogni mossa anche naturale, allo scopo di evitare il cambio di stato, sia esso piacevole che spiacevole.
Bisogna ricercare la saggezza perduta, me ne rendo conto. A volte sono già state scritte delle pagine nella notte dei tempi che non hanno Tempo, ed oggi sono ancora più reali e presenti. E' la teoria dei "corsi e ricorsi".
Due pillole da Carlambrogio da Montevecchia di Cesare Cantù (1857):
"Il vero mezzo di provare sollievo quando uno è irritato, è il padroneggiare sè stesso e reprimere i trasporti. Mettete il piede sulle prima faville, e schiverete l'incendio".
"Bere per ispegnere la sete o per ristorare le forze, è un piacere giusto e saggio: bere senza sete è pazzia. Quando un prato ha bisogno d'acqua vi si conduce un rigagnolo: ma non si rompe l'argine per versarvi il fiume intero".
Nella mia foto di oggi: il tramonto rosato...

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