Ci sono giorni in cui ti trovi a guidare lento osservando l'orizzonte, su strade panoramiche di collina, e guarda un pò sempre all'ora in cui il giorno cede il passo alla notte. Notte d'autunno, una notte che si fa più fredda. Boschi d'autunno, con le foglie che iniziano a tingersi come una tavolozza di un pittore. Profumi d'autunno, tra caldarroste a Consonno ed il primo vin brulè di stagione. Strette di mano d'autunno, di amici che non vedevi da un pò di Tempo e che d'un tratto ritrovi uno dietro l'altro. Abbracci d'autunno, virtuali e reali, ma pur sempre abbracci.
Non è un caso che il Cuore in autunno si fa più attento alle piccole cose. E' la voglia del focolare che torna ad accendersi, le giornate che si accorciano, la meraviglia dei colori della Natura, quel lento ondeggiare d'una foglia che si abbandona nel torrente e le rondini che su un filo si preparano a partire.
E' quel tramonto che sublima in un incantesimo che ti si para di fronte, tra miriadi di luci che si accendono dopo che il sole lento è scomparso dietro le Alpi, oltre la bruma della pianura. E' quel vento freddo che ti fa alzare il bavero per ripararti, mentre il profumo della legna bruciata nei camini ti fa capire che l'estate è finita.
Sono le emozioni d'autunno: il Cuore torna a battere quando sente freddo, inseguendo l'Essenza in un volo pindarico verso la pianura che scompare nella bruma.
"Tu chiamale se vuoi, Emozioni..." cantava Lucio Battisti: quanto aveva ragione!
(nella mia foto di oggi: tramonto autunnale da Montevecchia)
domenica 16 ottobre 2011
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