Quando ciò che è più vicino a te, sia esso in famiglia o nella tua Vita quotidiana legata al mondo del lavoro, alle passioni o alle amicizie, tende a perdere lo smalto ed a rendersi sempre meno splendente, hai una sola reazione. Ti chiudi in un mondo nel quale è tutto ovattato, che splende sempre e comunque di luce propria, che conosce solo le coccole: una specia di torre d'avorio, una specie di porto di quiete in mezzo ad un mare agitato: te stesso.
Ma sganciandoti dall'intorno, essendo l'uomo un "animale sociale", non dai certo un aiuto a quella parte di animo che ti richiede una mano. Come un buco nero cattura la luce, il tuo animo rabbuiato allontana da te anche gli scampoli di gioia.
Però stare con sé stessi, in talune occasioni, è una scelta ineludibile. Ti trovi a ridurre la tua rete di interscambio, ti trovi spesso ad essere ombroso come il tuo animo, le persone che ti circondano spesso si allontanano perchè nella Vita noi tutti cerchiamo la gioia e non certo le cose cupe o più semplicemente quelle che definiamo "paturnie".
Ma è proprio in questi momenti che dalla "bulimia dei rapporti" ti trovi a lottare per rispettare una certa "dieta dei rapporti". Ma è proprio in questo momento che, chi riesce ad avere la grande capacità di starti vicino aggirando il tuo "pelo d'orso" e a tuffarsi nella tua dolcezza nascosta, può vivere con te le emozioni più grandi.
Già Natale, abitualmente, aumenta la dose della domande che mi pongo. Un Natale chiuso nella mia torre d'avorio mi mancava. Meno male che qualcuno ha la chiave.
(nella mia foto di oggi: gobba a ponente, luna crescente)
sabato 22 dicembre 2012
sabato 8 dicembre 2012
Il punto di non ritorno
C'è sempre un punto di non ritorno: in ogni nostra azione o pensiero.
La mutevolezza del nostro animo infatti rende tutto relativo, e quello che può apparire a volte con un punto da cui si può tornare indietro, con il cambio nel nostro animo o di quello delle persone che ci circondano, si trasforma in un punto di non ritorno.
Quante volte nella nostra Vita è capitato di trovarsi pentiti per non aver vissuto fino in fondo una particolare situazione? La cosa accade spesso quando tendiamo ad essere egoisti, e l'episodio che magari sconvolge il nostro quotidiano e regolare vivere, tendiamo a relegarlo dopo i nostri abituali impegni, perchè egoisticamente vengono prima di ogni novità.
E' l'errore più grande. La novità va colta, va capita, va vissuta e non va mai trasformata in abitudine perchè sarebbe la sua morte. Ne consegue l'invito a vivere ogni secondo come se fosse l'ultimo, ma soprattutto l'invito a tentare di estraniarsi dal quotidiano per viaggi in nuovi stati di coscienza, dei quali apprezzare il colore, il profumo, il sapore...
Ognuno di noi è quello che ha vissuto, ma quello che potrebbe essere è quel che sceglie di vivere, scegliendo dal carosello di novità che la Vita ci presenta...
Si avvicinano le festività di Natale e di fine anno. Si accendono le luci nei paesi ed in vetta alle montagne, ma aumentano le occasioni in cui ci sentiamo soli.
"Stringimi, stringiamoci e toccami, tocchiamoci..." (Paola Turci)
(nella mia foto di oggi: noce spoglio al tramonto)
La mutevolezza del nostro animo infatti rende tutto relativo, e quello che può apparire a volte con un punto da cui si può tornare indietro, con il cambio nel nostro animo o di quello delle persone che ci circondano, si trasforma in un punto di non ritorno.
Quante volte nella nostra Vita è capitato di trovarsi pentiti per non aver vissuto fino in fondo una particolare situazione? La cosa accade spesso quando tendiamo ad essere egoisti, e l'episodio che magari sconvolge il nostro quotidiano e regolare vivere, tendiamo a relegarlo dopo i nostri abituali impegni, perchè egoisticamente vengono prima di ogni novità.
E' l'errore più grande. La novità va colta, va capita, va vissuta e non va mai trasformata in abitudine perchè sarebbe la sua morte. Ne consegue l'invito a vivere ogni secondo come se fosse l'ultimo, ma soprattutto l'invito a tentare di estraniarsi dal quotidiano per viaggi in nuovi stati di coscienza, dei quali apprezzare il colore, il profumo, il sapore...
Ognuno di noi è quello che ha vissuto, ma quello che potrebbe essere è quel che sceglie di vivere, scegliendo dal carosello di novità che la Vita ci presenta...
Si avvicinano le festività di Natale e di fine anno. Si accendono le luci nei paesi ed in vetta alle montagne, ma aumentano le occasioni in cui ci sentiamo soli.
"Stringimi, stringiamoci e toccami, tocchiamoci..." (Paola Turci)
(nella mia foto di oggi: noce spoglio al tramonto)
giovedì 18 ottobre 2012
Sbagliando s'impara
Ammettere i propri sbagli è indice di maturità. Non commetterli nuovamente, è indice di saggezza. Eccola qui ancora una volta, questo "convitato di pietra": la saggezza. Tanto me ne riempio la bocca e tanto essa si allontana dal mio modo d'essere. Non per nulla il detto afferma: "da un uomo saggio c'è da imparare anche quando tace". Sbagliare, imparare per non sbagliare nuovamente. Ma anche se sei "imparato" (licenza poetica) lo sbaglio è sempre dietro l'angolo. "Chi non lavora non sbaglia", dice un altro detto, e tutti sanno che "il lavoro produce entropia" (disordine).
Potremmo anche citare i "corsi e ricorsi" di Vichiana memoria, ma sono parole già spese e rispese, forse sarebbe più utile iniziare a farne tesoro.
Bisogna ripartire dai piccoli gesti, dall'attenzione al particolare.
Bisogna tornare a godere del senso della sorpresa, in questo mondo sempre più scontato anche negli exploit più negativi.
Bisogna tornare a portare rispetto per chi ne sa più di noi, non pensando che la verità è sempre nelle nostre mani.
Bisogna riprendere a "volare più basso" in termini pratici, lasciando però che la mente tenda all'infinito.
Bisogna riprendere a guardare le persone negli occhi mentre parlano o, più semplicemente, ad ascoltarle: è molto più semplice non prestare attenzione a quanto una persona ci sta dicendo, che ribatterle con risposte meditate, valutate, e soprattutto pertinenti.
C'è sempre un'alternativa, per chi non ce la facesse proprio: "un bal tacer non fu mai scritto". Enjoy the silence (Depeche Mode).
(nella mia foto di oggi: l'infinito oltre la siepe dell'Eremo del San Genesio, Colle Brianza)
Potremmo anche citare i "corsi e ricorsi" di Vichiana memoria, ma sono parole già spese e rispese, forse sarebbe più utile iniziare a farne tesoro.
Bisogna ripartire dai piccoli gesti, dall'attenzione al particolare.
Bisogna tornare a godere del senso della sorpresa, in questo mondo sempre più scontato anche negli exploit più negativi.
Bisogna tornare a portare rispetto per chi ne sa più di noi, non pensando che la verità è sempre nelle nostre mani.
Bisogna riprendere a "volare più basso" in termini pratici, lasciando però che la mente tenda all'infinito.
Bisogna riprendere a guardare le persone negli occhi mentre parlano o, più semplicemente, ad ascoltarle: è molto più semplice non prestare attenzione a quanto una persona ci sta dicendo, che ribatterle con risposte meditate, valutate, e soprattutto pertinenti.
C'è sempre un'alternativa, per chi non ce la facesse proprio: "un bal tacer non fu mai scritto". Enjoy the silence (Depeche Mode).
(nella mia foto di oggi: l'infinito oltre la siepe dell'Eremo del San Genesio, Colle Brianza)
domenica 7 ottobre 2012
Pensieri sparsi
Ed in certi momenti pensi a Bellagio. Punta Spartivento, di notte. Luci scintillanti, brezza tesa e fredda, lo sciabordare delle onde leggere, attimi di infinito in un lago di ricordi...
Ed in certi momenti pensi ai posti ed alle situazioni in cui, completamente in equilibrio con te stesso, sei riuscito ad estraniarti dal tuo "ego primario" per lasciarti andare e danzare sulla musica del tuo "ego secondario". Quello recondito, quello più vero. Quello che ogni volta difendiamo con reazioni inopportune, quando ci chiudiamo a riccio, magari attaccando.
L'animo umano è mutevole, questo lo sappiamo già e di certo non son stato il primo a scriverlo. Ma si può cercare di assecondare la sua mutevolezza, per non restarci male quando ti sorprende negativamente e per non restare troppo affascinato ed abbagliato da una positività inattesa. Quella positività magari oltre le righe dell'ordinarietà a cui ormai siamo abituati.
Il volere apparire per ciò che non si è, appartiene all'ordinarietà della parte del mondo banale e dei suoi abitanti... Cerchiamo di vivere la parte non banale, circondandoci di persone che la pensano come noi. Lasciamo scivolare via le negatività e cogliamo ogni positività, anche piccola. Goccia dopo goccia si riempie il vaso. E poi, in fondo, non è una goccia che fa traboccare il vaso? Ecco, pensiamola non come goccia di negatività, ma come goccia di positività.
(nella mia foto di oggi: tramonto favonico e cornacchie)
Ed in certi momenti pensi ai posti ed alle situazioni in cui, completamente in equilibrio con te stesso, sei riuscito ad estraniarti dal tuo "ego primario" per lasciarti andare e danzare sulla musica del tuo "ego secondario". Quello recondito, quello più vero. Quello che ogni volta difendiamo con reazioni inopportune, quando ci chiudiamo a riccio, magari attaccando.
L'animo umano è mutevole, questo lo sappiamo già e di certo non son stato il primo a scriverlo. Ma si può cercare di assecondare la sua mutevolezza, per non restarci male quando ti sorprende negativamente e per non restare troppo affascinato ed abbagliato da una positività inattesa. Quella positività magari oltre le righe dell'ordinarietà a cui ormai siamo abituati.
Il volere apparire per ciò che non si è, appartiene all'ordinarietà della parte del mondo banale e dei suoi abitanti... Cerchiamo di vivere la parte non banale, circondandoci di persone che la pensano come noi. Lasciamo scivolare via le negatività e cogliamo ogni positività, anche piccola. Goccia dopo goccia si riempie il vaso. E poi, in fondo, non è una goccia che fa traboccare il vaso? Ecco, pensiamola non come goccia di negatività, ma come goccia di positività.
(nella mia foto di oggi: tramonto favonico e cornacchie)
domenica 20 maggio 2012
Corsi e ricorsi...
Quest'anno scrivo molto poco, e me ne rendo conto ogni volta che apro un nuovo post. E' un evidente segno di una stanchezza immanente. Penso sempre molto, medito sempre molto, quindi di cose da scrivere ne avrei. Ma non ho la "voglia" di scriverle.
Ed una cosa, per essere scritta bene, deve essere scritta di getto, non "forzata".
In questo ultimo fine settimana ho rivisto un film già visto. Nulla di cinematografico per la realtà, ma una certa evoluzione della mia Vita già vissuta e sbagliata in passato, nuovamente vissuta e sbagliata.
Non voglio scomodare il detto che "perseverare è diabolico", ma è anche vero che se si sbaglia per imparare non ci si può permettere di sbagliare sempre le stesse cose. Forse però c'è una parte di noi che non riusciamo sempre a governare con il raziocinio: ed una cosa che gestita dal raziocinio non potrebbe essere errata, ecco che viene sbagliata proprio perchè il raziocinio è stato messo da parte.
I "corsi e ricorsi" dovrebbero esserci di monito...
Spero che sia un tramonto temporaneo: perchè non posso più permettermi di far tramontare i soli splendenti che incontro nella Vita. Già sono rari, se poi li avvolgo, come fanno le nubi, nel mio "fumus" assurdo siamo rovinati.
Voglio crescere!!!
(nella foto di oggi di Manuela Bonanno: tramonto al Golfo di Castellamare (Terrasini - Palermo)
Ed una cosa, per essere scritta bene, deve essere scritta di getto, non "forzata".
In questo ultimo fine settimana ho rivisto un film già visto. Nulla di cinematografico per la realtà, ma una certa evoluzione della mia Vita già vissuta e sbagliata in passato, nuovamente vissuta e sbagliata.
Non voglio scomodare il detto che "perseverare è diabolico", ma è anche vero che se si sbaglia per imparare non ci si può permettere di sbagliare sempre le stesse cose. Forse però c'è una parte di noi che non riusciamo sempre a governare con il raziocinio: ed una cosa che gestita dal raziocinio non potrebbe essere errata, ecco che viene sbagliata proprio perchè il raziocinio è stato messo da parte.
I "corsi e ricorsi" dovrebbero esserci di monito...
Spero che sia un tramonto temporaneo: perchè non posso più permettermi di far tramontare i soli splendenti che incontro nella Vita. Già sono rari, se poi li avvolgo, come fanno le nubi, nel mio "fumus" assurdo siamo rovinati.
Voglio crescere!!!
(nella foto di oggi di Manuela Bonanno: tramonto al Golfo di Castellamare (Terrasini - Palermo)
Iscriviti a:
Post (Atom)