martedì 5 gennaio 2010

Presepe di Brianza

Prima che l'Epifania, come tuona l'adagio, "tutte le feste porti via", volevo condividere un post natalizio. Ma che di natalizio in realtà ha ben poco se non il contesto temporale in cui è stato creato ed il titolo. Già, il presepe o presepio. Cos'è? Lo sappiamo tutti.
Ma a volte, quando davanti agli occhi ci troviamo paesaggi così perfetti come se fossero un precisissimo cammeo, arzigogolato e cesellato in ogni sua piccolissima parte con una precisione che non ha dell'umano, vuol dire che ci si mette anche il Cuore. E definiamo questi paesaggi un "presepe".
Ma quando si parla di Cuore si entra nelle paludi dell'Amore. Paludi... Potrebbe anche essere un assolato paesaggio mediterraneo, l'Amore; dipende dai punti di vista e da quanto uno sta vivendo od ha vissuto. Ma il mio Cuore non batte solo per vicende amorose nel senso più lato (ovvero per un battito stimolato dalle fanciulle che ho incontrato nella mia Vita), ma batte, soprattutto in questo momento di Terra di Mezzo tra vicende imprevedibili, per la mia Terra.
In questo momento amo soprattutto la mia Terra di Brianza, con i suoi paesaggi, le sue inquietudini, i suoi infiniti silenzi.
Da qui in avanti, questo post, è solo la voce del mio Cuore che batte, osservando la magnifica valle, all'imbrunire.
Già, la valle. E' avvolta in un silenzio surreale. Il vespero avanza ed il fumo che ondeggia sui boschi si fa velo blu, leggero e trasparente. Le ultime voci, gli ultimi rumori dei boscaioli. Gli ultimi rari canti degli uccelli. Ora odo i miei passi, ora un colpo di vento fa fischiare i fili della vigna. Lo sguardo ondeggia come quel fumo. Le prime luci s'accendono sulla pianura sullo sfondo, e sembrano portare con sè la frenesia della corsa agli acquisti. Poi il faro di Brianza, Montevecchia, che gioca con le ultime luci del tramonto, una sorta di braccio di ferro tra la luce del sole, ora calda ed arancio anche se resa più tiepieda dalla bruma, e la luce artificiale che ad ogni "siretina" avvolge il Santuario della Beata Vergine del Carmelo in un caldo abbraccio. Poi il marrone cupo dei boschi, spogli di foglie, inondati dal loro irreale silenzio. Come isola in questi boschi è Cascina Costa che cattura lo sguardo, quasi fosse un presepe. Le sue piccole luci, il fumo dei camini che s'unisce a quel velo blu che ondeggia sui boschi, sempre più materico. Sento il mio respiro. Chiudo gli occhi, che senza vergogna, s'inumidiscono d'una lacrima. E' la mia emozione.
La sua Essenza danza col fumo sopra i boschi: è il mio presepe di Brianza.
Ad meliora!
(nella mia foto di oggi: Cascina Costa di Perego "in siretina")

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Foto veramente bella. Peccato che il Natale duri un attimo... ed è già domani.

Brian

Ciripbogár ha detto...

un spettacolo speciale di La Costa. Veramente bella!