martedì 17 giugno 2008
Lectio, Meditatio, Actio
Lectio. Meditatio. Actio. Qualche anno fa mi è stato insegnato un approccio alle Sacre Scritture, che ritengo al di là dell'avere Fede religiosa o meno tra le pagine più belle della letteratura di tutti i tempi: questo approccio trovava il suo canovaccio nelle tre parole latine che titolano il post di oggi. Formalmente potremmo tradurle con: lettura, meditazione, azione. Ovvero occorre leggere un testo, interpretarlo e capirlo; meditarlo, ragionarlo, assimilarlo; tradurlo in fatti concreti. Un approccio in sostanza quasi filologico con un'apertura alla Vita quotidiana. Lectio. Meditatio. Actio. Credo che questi tre verbi possano anche rappresentare la chiave di volta di una persona saggia, o ancor meglio, savia. E' un mio pallino diventarlo ma ancora ieri sera ho dato prova di quanto l'obiettivo sia lontano... Quante volte è l'instinto piuttosto che l'irruenza che si fanno strada al posto della "Lectio". Ovvero quante volte ci capita di aggredire un fatto senza averlo prima letto e compreso? Quante volte questa irruenza ci fa saltare la fase della "Meditatio"? Ovvero porre in atto delle dinamiche ancor prima di avere assimilato un avvenimento? Quante volte evitiamo di trasformare questi passaggi mancati in una "Actio" migliorativa del nostro essere e del nostro rapportarsi agli altri? Quanto devo megliorare, quanto dobbiamo migliorare...
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