Le nostre giornate si riducono sempre più ad una corsa al fare, magari senza senso e seguendo solo i binari obbligati della quotidianità, sia nei rapporti che nelle occupazioni, e gli spazi contemplativi vengono sempre relegati in un angolino minuscolo del nostro agire, e sempre più piccolo.
Si perde così la capacità di contemplare il bello e di essere recettivi ad un sentimento positivo, inseguendo il piacere fine a sé stesso e scevro da ogni impegno: per poi aumentare i momenti nei quali ci si sente soli e quelli in cui alberga la autocommiserazione.
A volte ci vorrebbero degli "shock" positivi: "...la primavera intanto, tarda ad arrivare..." ( Franco Battiato, Povera Patria)
(nella mia foto di oggi: una "Terra di Mezzo" tra il tramonto e la riva sul Lario)
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