domenica 18 dicembre 2011

Stampo al contrario


Uno stampo serve a dare forma ad un oggetto che ha la duttilità sufficiente ad essere stampato. Duttilità che può mantenersi nel Tempo, ed allora potrai cambiare quella forma, o che si perderà nel Tempo, ed allora quella forma, una volta data, non si potrà più cambiare.
Il nostro animo vive una fisicità mezzana tra i due esempi. Ci sono cose, del nostro modo d'essere, che una volta stampate non potranno mai più cambiare, ce ne sono altre, invece, che una volta stampate potranno essere nuovamente lavorate a nuove forme di coscienza, ma anche di incoscienza.
E' un periodo nel quale sono molto recettivo. Ed essendo tale, il mio modo d'essere lavora come uno "stampo al contrario". Ovvero riesco ad adattarmi senza fatica ed alcuna rinuncia al modo d'essere di chi incontro. Attivando un dialogo in gran parte costruttivo che consente un miglioramento del modo di essere di entrambi.
E' un periodo nel quale trovo interesse in ogni incontro. Ogni persona che incontro in qualche modo stimola in me la voglia di capire, di comprendere, di recepire: non per forza di avere una spiegazione.
E' un periodo nel quale mi avvolge un pò di stanchezza verso i "personaggi inutili che ho indossato", citando Battiato. Inutili all'utilità di raggiungere l'Essenza, ora e sempre, a cui vochiamo in ogni frangente della nostra Vita.
E' un periodo nel quale sono particolarmente recettivo anche alla voce della Natura. Come quel senso di immenso percepito ieri mattina osservando l'erba pettinata dal vento gelido in cima al poggio a Montevecchia, ascoltando il cigolio dei rami dei cachi che sempre più si abbandonano uno dopo l'altro al loro destino, dopo avere illuminato del colore del tramonto la campagna. Colore classico dovrei dire, ovvero l'arancio. Perchè i tramonti di Brianza, in questi giorni di fine anno, hanno un'anima particolare: e se ci fate caso, ogni giorno hanno un colore diverso.
Così come la Luna. Ma questa è un'altra storia...
(nella mia foto di oggi: ultima luna calante)

sabato 10 dicembre 2011

Ultimo plenilunio


Alzare lo sguardo al cielo è un gesto, o forse, un modo d'essere. A volte mi rendo conto che più volte nell'arco di una giornata alzo lo sguardo al cielo, sia di giorno che di notte, per cercare di immaginare l'infinito almeno virtuale.
E' forse per questo che i giorni di nebbia o quelli con nuvole e bruma mi sento un pò soffocato: perchè lo sguardo non può perdersi nell'infinito.
La luna piena, poi, invita a farsi guardare, illuminando la notte. E questo ultimo plenilunio di questo lungo e difficile 2011 è stato un plenilunio spesso nascosto da nubi, a volte completamente ed a volte solo parzialmente. La luna piena che gioca a nascondino con le nubi è una sorta di "vedo non vedo" un pò particolare, dove nell'accezione ordinaria del "vedo non vedo" vi è buona parte dell'essenza dell'erotismo: è molto più eccitante un corpo parzialmente velato che un corpo completamente svelato...
Questo strano plenilunio porta con sé l'Essenza di un 2011 in parte velato ed in parte svelato. Tante novità lo accompagnano; tante certezze, magari anche negative, hanno fatto capolino in questi mesi e tante sorprese, alcune ancora parzialmente da cogliere, si sono manifestate durante quest'anno.
E' Tempo di tirare le somme, di passare al setaccio il raccolto, un pò magro, di quest'anno. Ed è Tempo di disperdere la pula...
(nella mia foto di oggi: il plenilunio di dicembre)

domenica 27 novembre 2011

Una valigia per l'animo

"...Il dolce malessere dopo un addio..." (Battiato-Sgalambro).
Un malessere con il profumo intenso dei ricordi, tanto vivi quanto già lontani.
La consapevolezza di aver fatto tutto ciò che si poteva fare e la certezza che in realtà si poteva fare di più.
Lo smarrimento di fronte ai momenti belli ed anche ai momenti brutti.
Ogni rapporto è mediazione. Ma esistono anche rapporti a senso unico.
Ogni rapporto è viaggio. E come all'inizio di ogni viaggio devi fare la valigia per portare con te il necessario, quando ritorni magari ci metti anche qualcosa che ti ricorda quel viaggio.
Forse in questo mio tortuoso viaggio è Tempo di fare la valigia, una valigia per l'animo.
Per partire serbando nel cuore ciò che è stato bello e ciò che è stato brutto.
Odio l'indifferenza, eppure la si usa tanto, troppo, in parte quale vendetta ed in parte forse per paura. Ogni volta che la subisco mi devasta.
Ma si sa, la regola è sempre quella: ogni rapporto, di Amicizia o di Amore, si inizia con l'accordo di entrambi. Ma per la fine di un rapporto, di qualunque forma, basta la decisione di uno dei due.
Questa volta la decisione non è mia.
E l'ennesimo tramonto magnifico di questo strano autunno mi colse nel bel mezzo dei miei inutili pensieri che tentavano di portare raziocinio e logica: ma non tutto viaggia sui binari del raziocinio e della logica.
Dovrei saperlo...
Devo chiudere la valigia, devo alzare lo sguardo, devo andare oltre...
(nella mia foto di oggi: tramonto d'autunno in Valle Santa Croce, Missaglia)

martedì 22 novembre 2011

E l'animo si permea d'autunno

L'autunno è bruma. L'autunno è tramonti più densi, che quasi mordi con lo sguardo. L'autunno è la prima brina. L'autunno sono le foglie che si librano nel vento. L'autunno sono i boschi che si accendono di Luce anche quando sono avvolti nella nebbia.
Vivo questo autunno con l'animo in piena "recherche". Una "recherche" senza fine, dato che è alimentata dal continuo vestirsi d'infinito. Ma mi sento un pò come foglia d'autunno, che si abbandona al suo ineluttabile destino.
E' sempre più necessario abbandonarsi per non essere abbandonato. A volte diamo a tutti talmente tanto, dispensando energia ovunque, che poi non resta più nulla per noi stessi. La nostra fonte inesauribile di energia che fluisce in ogni dove, illuminando chi ci circonda, tutto ad un tratto si dissecca, ed anzi si trasforma in una sorta di "buco nero" che cattura ogni cosa, compresa la Luce di chi ci circonda.
E il Tempo scorre, la Vita fluisce. Inesorabile.
Un'altra stagione ci guida verso la fine di un anno strano, senza certezze apparenti. L'unica certezza ormai è legata al nostro Essere, occorre prioritariamente focalizzarsi su noi stessi, per evitare una drastica distonia. I migliori strumenti anche se suonati dai migliori strumentisti produrrebbero un'accozzaglia di suoni se non fossero accordati e non seguissero un direttore d'orchestra. Dobbiamo avere la capacità di dirigere gli strumenti del nostro animo, e tenerli accordati riposizionando le nostre scale di percezione per non sentire caldo quando fa freddo e freddo quando fa caldo.
Il mio animo in questo periodo pare la prova degli strumenti che si fa prima di un concerto: è oltre l'accozzaglia di suoni. Devo ritrovare l'Essenza del Bello, distaccandomi dalle zavorre che mi fanno volare basso, per tornare a danzare nell'infinito.
Fosse facile, ma occorre ritrovare il bandolo della matassa: che forse ho volutamente aggrovigliato per non andare oltre, prigioniero di fantasmi del passato che compaiono magicamente quando meno te lo aspetti.
"C'èst la vie..."
(nella mia foto di oggi: autunno di Brianza)

martedì 1 novembre 2011

Siamo parte del tutto


Siamo parte dello scorrere del Tempo come una goccia d'acqua è parte dello scorrere di un fiume. La nostra Vita è un tassello del mosaico della piccola Storia, che scrive la grande Storia.
Oggi visitavo il giardino della memoria del mio paese. Camminavo pensieroso. Il cielo brumoso di questi giorni spegneva il giallo degli alberi, mentre le foglie si abbandonavano lievi, una dopo l'altra, al loro primo ed unico volo, cullate dal soffio della brezza. Una lieve nevicata, debole ma continua. Sentivo la ghiaia sotto i miei piedi, che batteva il ritmo del mio camminare "Solo et pensoso..." (F.Petrarca).
Non leggevo i nomi, ma guardavo i volti. Osservavo i volti, alcuni li riconoscevo, altri no, e mi accorgevo di come nei piccoli paesi è ben più semplice essere parte del tutto, rispetto all'indifferenza ed alla standardizzazione delle città. Non leggevo subito i nomi, ma leggevo le date, ed era automatico poi contare quanti anni erano passati. Eppure quei volti, con le loro storie, si animavano magicamente nella mia mente, rispolverando dallo scrigno del mio cuore un frammento di filmato o fotogramma virtuale nel quale mi ricompariva quella persona, per come l'avevo conosciuta.
Che sensazione strana...
Se possiamo vivere il presente è grazie a quello che hanno fatto quelli che ormai sono "andati avanti". Siamo sempre venuti dopo qualcuno, e dopo di noi verrà sempre qualcun altro. Dovremmo esserne più consapevoli: forse inizieremmo a comportarci diversamente.
"Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie". (G.Ungaretti)
(Nella mia foto di oggi: la dissolvenza tra il giorno e la notte)