lunedì 26 settembre 2011

Staccare la spina

Di tanto in tanto si dice che bisognerebbe staccare la spina. Lo si dice con una accezione negativa, legata al fine Vita, quando si parla dell'accanimento a mandare avanti una particolare situazione che magari è già morta da tempo. Lo si dice con una accezione positiva, o meglio, con la necessità di migliorare una situazione insostenibile, quando si intende "staccare", fermarsi.
Ecco, in questi giorni mi sento tanto nella necessità di staccare la spina: il guaio è che questa sensazione trae origine da entrambe le accezioni. Partiamo dalla prima. Per me sono stati mesi difficili, devo dire anche abbastanza deludenti. Ho vissuto situazioni che era inutile portare avanti ma che non avevo la forza di chiudere, ho invece chiuso situazioni che poteva essere utile portare avanti ma che non avevo la forza di continuare. Questo blog poi è un modo di comunicare a cui tengo molto, perchè consente di tenere un filo di collegamento con persone che ti conoscono ma con le quali spesso non riesci a fare discorsi seri, travolto dalla quotidianità, e mi ha anche consentito di conoscere persone che hanno colto la mia sensibilità incappando dal web al blog, cercando riflessioni che potessero farle pensare. E' un diario intimo ma pubblico: può sembrare una sorta di ossimoro ma è un fatto assolutamente reale.
Sulla seconda accezione, devo solo dire che come qualcuno spesso mi fa notare, sono "un cavallo imbizzarrito" che, sempre in movimento, affronta un sacco di cose tuffandosi a capofitto per poi magari non riuscire a gestire il tutto nel modo migliore: ho la necessità di staccare, di rivedere le priorità, di dedicare Tempo a chi lo merita...
Tutto questo significa crescere. Ma quanto è difficile farlo: spesso mi sento bambino, e quando mi trovo al cospetto di una persona realmente adulta (fenomeno raro, ormai) la meraviglia positiva mi incuriosisce, chiedendomi come si deve fare a raggiungere cotanta salvezza.
Parola d'ordine: meno orgoglio, volando più basso...
(nella mia foto di oggi: l'ennesimo tramonto di fuoco)

lunedì 19 settembre 2011

Cambio di stagione

Caffè nero ristretto e bollente. Poco zucchero, meglio senza.
"La caffeina scuote le mie voglie sto sempre sveglio" (Battiato-Sgalambro).
Braulio Riserva. Off course. E' meno nero del caffè, ha colori più tendenti al rossiccio, passando dal castano. Sicuramente più dolce nel suo retrogusto amaro di barrique.
Già, la barrique di rovere.
Rovere che viva svetta maestosa nella valle. Pensieri sfuggenti.
Inseguire un altro plenilunio: quello di settembre.
Location usuale ma non certo per inseguire la luna, ben più avvezza ai tramonti: la collina dei Cipressi.
Le dita appiccicose, raccogliendo a Galbusera Nera l'uva bianca stramatura per mondarne il marciume.
Acini scivolosi, afa opprimente che riga la fronte di sudore.
Si fa buio, tuoni in lontananza. Arriva la pioggia tanto attesa...
Profumo di bagnato...
Sguardo alla valle, perdendosi nella bruma.
Primo brivido di freddo, pelle d'oca in maniche corte.
E' finita l'estate? Forse sì forse no, ma più sì che no.
"Non ci sono più le mezze stagioni" (discorsi da bar).
Si fa autunno nella giornata con più temporali di tutta l'estate ormai finita.
Aria frizzante, "ma per le vie del borgo / dal ribollir de' tini /va l'aspro odor de i vini / l'anime a rallegrar". (G.Carducci, San Martino)
Sensazioni sparse, cuore sfuggente, pensieri tendenti all'infinito.
Confusione.
"Settembre, andiamo. E' tempo di migrare" (G. D'Annunzio, I pastori).
Sonno... Dormiveglia...
"L'alba di domani ci sorprenderà /addormentati ancora abbracciati / e lo stesso sogno ci trasporterà / oltre i confini più segreti" (Tiromancino, L'alba di domani).
Post confuso. Giorni confusi. Ma sinceri...
(nella mia foto di oggi: plenilunio settembrino dai Cipressi)

lunedì 29 agosto 2011

Cassetti di ricordi

Ogni tanto riapro i miei cassetti o le mie vecchie cartellette di cartone. Ogni volta che accade, è per l'intento di mettere un pò di ordine e magari fare un pò di cernita di quanto contenuto, per vedere se vi sono degli oggetti da buttare.
Parto sempre baldanzoso, anche nella scelta di ciò che è superato dal Tempo e dalla Vita, salvo poi ripassare quanto inizialmente accantonato per una nuova cernita, che inevitabilmente salva dall'oblio la metà di quel che avevo scelto di buttare.
Forse mi lego troppo ai ricordi. O forse ciò che sono oggi mi soddisfa meno di quel che ero ieri. Sta di fatto che la malinconia è sempre dientro l'angolo, soprattutto quando si tratta di un ricordo del Bello.
Tra gli oggetti che mi son capitati oggi tra le mani c'erano dei vecchi biglietti di auguri, o pensieri, che mi avevano dedicato alcune amiche: che dolcezza, rileggendo il tutto dopo tanti anni e pensando a chi aveva scritto quelle parole, alla sua Vita odierna, alla mia Vita odierna, alle nostre Vite attuali su strade diverse e senza più quella confidenza di un Tempo.
Forse un domani questo non sarà possibile. I biglietti ormai non si usano quasi più, soppiantati dagli sms, che per loro natura non sono fatti per essere conservati... Ci sono le email, e quelle possono restare: anche loro a volte sono dei lampi di emozioni sopite dal Tempo...
Stasera intanto, strano ma vero, ero in anticipo per un appuntamento. Ma mi son trovato di fronte l'ennesimo tramonto infuocato, che non ho potuto fare a meno di fotografare, arrivando così in leggero ritardo all'appuntamento. Strano ma vero: tra le nubi del tramonto, anche stasera, come spesso accade, c'era una scia di aereo che si confondeva con le nuvole e tagliava obliquamente la foto: che sia un invito al viaggio?
Invito ribadito, forse dovrei essere meno sordo. In questi giorni ogni tanto mi viene in mente una frase in inglese, coniata qualche giorno fa mentre rincasavo nottetempo pensando alla serata passata in compagnia: "Easy way, but not easy street". Ovvero: "Via semplice, ma non strada semplice".
Dove vado ancora non l'ho capito, ma la rotta sta cambiando.
(nella mia foto di stasera: tramonto da Cereda di Perego)

sabato 13 agosto 2011

Dodici lune piene

Questa sera, per la seconda volta consecutiva, la luna mi ha sorpreso mentre sorgeva nella notte del plenilunio. Mi ha sorpreso mentre percorrevo in auto le campagne di Besana in Brianza, mentre lo scorso mese mi aveva sorpreso nelle campagne tra Pagnano di Merate e Cernusco. Due incontri casuali, che ho eternato in una fotografia. Tra l'altro avevo in mente di organizzare una passeggiata al chiaro di Luna durante il plenilunio di settembre. Indubbiamente una fase molto lunare: è forse per questo che son così lunatico.
Siccome il proverbio dice che "non c'è due senza tre e il quarto vien da sé" ho deciso che cercherò di cogliere gli altri dieci pleniluni; se riuscissi al momento del sorgere sarebbe il top ma bisogna anche vedere cosa faranno le nubi. Vorrei cercare di fare un album dedicato a dodici pleniluni. Ogni plenilunio porterà con sé un pensiero, saranno una sorta di omaggio alla luna.
Del resto, alzi la mano chi riesce, nella serate di plenilunio limpide od in quelle immediatamente precedenti o successive, a non fermarsi qualche secondo, in silenzio, ad osservare la luna. Io non ci riesco, ed ogni volta che la osservo, anche se in quel momento fossi nero, mi sovviene della dolcezza. Che spesso si tramuta nella malinconia di un ricordo passato, ma pur sempre dolcezza...
Spesso quando si pensa alla celebrazione della luna viene in mente la famosa poesia di Giacomo Leopardi. Io voglio invece celebrarla con una canzone popolare trentina: "Varda la luna". Ecco il testo: "Varda la luna come che la capina la passa i monti e la marina. Ohi cara mamma, mi vago a prender acqua là c'è il mio amore che alla fontana aspetta. Ma se l'aspetta e anca se no aspetta varda la luna come che la capina. Oh giovinotto che tanto amor mi porta varda la luna come che la capina". Capina sta per camina (cammina). Qui la potete anche ascoltare, nella versione forse ppiù famosa, quella del Coro SAT.

(nella mia foto di oggi: plenilunio di agosto)

lunedì 8 agosto 2011

Sliding doors

"Sliding doors" (porte scorrevoli) è il titolo di un bel film di qualche anno fa. Raccontava la storia di una donna a cui cambiava completamente la Vita in un modo o in un altro se avesse preso, o meno, una certa metropolitana.
Gli avvenimenti di questi giorni mi stanno facendo rivivere un pò di "Sliding doors" dei miei rapporti più cari. Ogni vicenda è figlia del Tempo e della situazione, ed è più o meno adatta alla Vita di una persona in un determinato momento. E così ho scoperto che alcuni miei rapporti del passato non sono andati come dovevano perchè sono arrivato con un giorno di ritardo, oppure che certe situazioni che con me sono state causa del naufragio di un rapporto vengono oggi dalla stessa persona accettate come normali nel rapporto che è venuto dopo il mio.
Ovvio, le persone che ci circondano cambiano. Noi stessi cambiamo. Ed essendo i rapporti, più o meno formali e più o meno sinceri ed intimi, una continua interazione con l'altro, è ovvio che la loro evoluzione dipenda solo in parte dalla buona volontà dei soggetti coinvolti.
Mi rendo conto che, sul tema, rischio di essere un pò fatalista, ma non si può pensare che la rotta di una nave in mare aperto non venga modificata e condizionata dalle correnti marine e dai venti. Certo, è poi abilità del comandante quella di mantenere la rotta nonostante tutto, ma una traversata può essere più o meno semplice a seconda delle condizioni del mare. Ed a volte può essere impossibile anche per il più abile dei marinai.
Ecco, allo stesso modo, il nostro navigare nell'oceano dei rapporti interpersonali, è forse spesso influenzato dai venti e dalle dicerie delle persone che ci circondano, ma non si può nemmeno pensare di chiudersi in una torre d'avorio nella quale ci sia un ambiente ottimale e perfetto.
Imparare, imparare, imparare.
Resistere, resistere, resistere.
Mai sedersi appena la stanchezza ci coglie, ma farlo solo quando la stessa è ormai invincibile.
Mai arrendersi.
Mai smettere di contemplare il Bello ed inseguire la saggezza.
Sono ancora un "cucciolo", me ne rendo conto, ma dovrei tornare ad essere "dolce e deciso". Nocchiero della mia nave in eterna navigazione, alla ricerca del tanto agognato "porto di quiete".
E' sempre Tempo di Terra di Mezzo (dato il tema del post dovrei dire "Mare di Mezzo"), ma la stella polare anche stasera è lì che mi guarda.
E dopo le nuvole della tempesta, so' che torna sempre a farmi l'occhiolino.
Forever...
Barra al centro, e correggere la rotta!
(nella mia foto di oggi: colori di un vivido tramonto di Brianza)