Stasera mi faccio aiutare da Petrarca:
Zefiro torna, e ’l bel tempo rimena,
e i fiori e l’erbe, sua dolce famiglia,e garrir Progne,
e pianger Filomena,e primavera candida e vermiglia.
Ridono i prati, e ’l ciel si rasserena;
Giove s’allegra di mirar sua figlia;
l’aria, e l’acqua, e la terra è d’amor piena;
ogni animal d’amar si riconsiglia.
Ma per me, lasso!, tornano i più gravi
sospiri, che del cor profondo tragge
quella ch’al ciel se ne portò le chiavi;
e cantar augelletti, e fiorir piagge,
e ’n belle donne oneste atti soavi
sono un deserto, e fere aspre e selvagge.
Nel mio scribacchiare poesie non ho mai raggiunto tali alte vette, anche se lo stile è ovviamente d'altra epoca. Ma l'attacco "Zefiro torna, e ’l bel tempo rimena" è per me qualcosa di fantastico, così intimamente legato al senso vero della Vita da farne una cosa sola. Il vento da Nord porta sempre il sereno, il vento da Sud porta il maltempo: sempre con il vento arrivano i mutamenti. E' come se il vento fosse un segnale evidente che la nostra mente sta pensando. Ricordo una magnifica serata in cui più che le parole aveva dialogato l'Aura... In quella casa all'imbrunire era il vento che irrompeva dalle finestre smuovendo le tende, facendo tremare la fiamma delle candele, facendo tintinnare i campanelli cinesi, pettinando i lunghi capelli biondi... Brividi dentro di me che resteranno per tutta la mia Vita vivi e vividi. Come ho imparato da un detto popolare occitano citato in un recente fantastico film: "Tutte le cose sono come il vento: prima o poi ritornano".
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