domenica 19 ottobre 2008

Miracolo di vino

Il cielo azzurro e terso rendeva gli acini maturi ancora più maturi. Il succo zuccherino rendeva appiccicose le dita mentre le ceste si riempivano di grappoli. Il giorno in cui ogni vigna è più popolata è quello della vendemmia. Oggi era quel giorno, e l'aria di festa andava ben oltre la valle. Chissà perchè quando chiunque vede le casse d'uva un secondo dopo ha sul viso un sorriso. La vendemmia porta gioia, per chi la fa e per chi la vede. Nella cantina il profumo del mosto è già inebriante e dolcissimo. I grappoli si trasformano in mosto e tra qualche ora i tini inizieranno a bollire. Profumo di legna bruciata nel camino che ha una fiamma amica che scalda il cuore. Lo strumento di comunione di gioia è il canto, e la gioia si tramuta in canto. Si stappano bottiglie con il vino già vino, mentre il mosto non vino riposa in cantina in attesa della fermentazione. Ma ecco una bottiglia di vino bianco che compare dalla penombra della cantina. E' coperta di polvere, ma appena la si stappa il vino si popola di bollicine. Lo si beve mentre si mangiano le caldarroste e d'un tratto un silenzio aleggia nella cascina: ma che vino è, così buono? E' un bianco del 2000, un bianco di otto anni ancora così buono? Come è possibile? E' una sorta di miracolo di vino... E chi lo ha preparato con tanto amore è volato in cielo già da sei anni. E il ricordo si fa comunione di nuovo col canto: e dal cielo ti sentiamo cantare, caro custode e anima di Galbusera Nera... I miei pensieri corrono all'indietro, il tempo fugge...

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