Più o meno è andata così:
La Meloni: “Dobbiamo procedere alla elezione del Presidente del Popolo della Libertà, è pervenuta una sola candidatura, ne ha i requisiti…” (il pubblico rumoreggia, come se si stesse perdendo tempo) e la Meloni si giustifica “sono le regole”.
E poi i tre soggetti dibattono su come “eleggere” il presidente (“io lo proclamo” – “alziamo i cartellini”– “non è il caso…”)
Poi la Meloni: “proponiamo all’assemblea di procedere alla votazione, ricordiamo che bisogna alzare il cartellino, chi è favorevole…”
L’assistente dice “Anche per acclamazione…” e si tira un respiro di sollievo e di nuovo la Meloni: “Anche per acclamazione quindi… proclamo eletto Presidente del Popolo della Libertà l’onorevole Silvio Berlusconi”.
E via una battuta poco felice di uno del terzetto: “Non ci sono pianisti ragazzi…”
Ed ecco che l’ineffabile sale sul palco con la musichetta di sottofondo mentre rimbomba ancora il “non ci sono pianisti ragazzi”. No, lì c’è un uomo solo al comando che mai si accontenta del potere che ha, altro che libertà…
A volte mi chiedo se val la pena darsi pena dato che l’immagine attuale del nostro disastrato paese è un po’ quella disegnata da quel congresso, e mi dico: “resistere, resistere, resistere…"
(nella foto Ansa di oggi: no comment)
2 commenti:
Ti quoto in pieno, non sai quanto!
Mitica, per non dire altro, la procedura attraverso l'acclamazione. Mi fermo qui, è meglio. :(
Non amo parlare di politica in questo blog, ma forse a breve ne aprirò uno apposito su questi temi. Grazie comunque del tuo pensiero :-)
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